Il segretario del Partito Democratico, parlando di fronte all’assemblea del partito, ha affermato che chiunque pensi a “ulteriori balcanizzazioni del sistema politico, all’insorgere di nuovi e antichi populismi”, come pure a “una voglia generica e potente di rifiuto radicale che corre nel Paese”, scoprirà ben presto che “senza il Pd non c’è possibilità di mettere ordine alle prospettive del Paese”. E ha aggiunto Bersani, riferendosi alle primarie: “Non dobbiamo avere paura della parola regole, è una bella parola”.
Poi ha spiegato: “Dopo alcune primarie locali di cui ancora portiamo i segni o facciamo chiacchiere o fatti, se facciamo fatti e decidiamo che un albo ci vuole bisogna trovare le decisioni che lo rendono possibile. E’ un passo in avanti non per chiudere la partecipazione ma per mettere in sicurezza lo strumento per il futuro e produrre finalmente una possibile relazione non occasionale con un numero enorme di elettori di centrosinistra vecchi e nuovi”. Il timore del segretario del Pd è che sostenitori di altri partiti strumentalizzino le primarie per danneggiare il centrosinistra: “Certo che un elettore di centrodestra può cambiare idea, ma se partecipa alle primarie ce lo viene a dire, tutto qua.
Se gli diamo 21 giorni invece di uno solo gli diamo più agio”. Quindi Bersani ha affrontato il tema della deriva dell’anti-politica che sta attraversando il Paese: “Non si potrà governare senza popolo, non sarà possibile se non ci sarà un recupero della vicinanza tra politica e cittadini. La fiducia può riprendere, le forze ci sono, ma assieme, mettendoci partecipazione, trasparenza, sincerità e coraggio. Il coraggio di arrivare alla governabilità attraverso la partecipazione consapevole”. Il segretario del Pd ha voluto chiarire che “questo è il senso delle primarie di coalizione, che viene già compreso adesso. Lasciamo stare chi dice che siamo in crisi. Nel fango che investe tutto noi leghiamo il nome a una occasione di scelta e apertura. Questo non ci farà male, ci farà bene. Sempre che si sia capaci noi di guidare noi stessi”.
“Siamo più di quello che possiamo pensare sotto gli occhi dell’Italia ma anche di una larga schiera di osservatori dell’Europa e del mondo – ha rilanciato Bersani -. Affido a ognuno di voi la consapevolezza piena di questo: la compostezza, serietà e rigore delle nostre decisioni daranno un segno rilevante delle possibili prospettive dell’Italia, non del Pd”.
Il leader del centrosinistra infine non ha perso neanche questa occasione per ripetere il suo ritornello preferito: “Noi abbiamo voluto Monti, ci siamo caricati di responsabilità non nostre e abbiamo mandato a casa Berlusconi”. In apertura la presidente del Pd, Rosy Bindi, aveva ricordato a tutti: “Qui non si fanno giochetti, né si organizzano trappole. Non si stanno cercando cavilli per coprire la mancanza di una linea politica e non è vero che qui non si sta facendo niente perché tanto le decisioni vengono prese altrove. Noi non siamo una nomenclatura asserragliata in un fortino”. Quindi aveva sottolineato: “Siamo qui per approvare delle regole, perché per noi le regole sono importanti. Stabiliremo regole di certezza per tutti, perché il voto di ciascuno conta e perché non sia inquinato dal voto di altri. Noi vogliamo che l’esito di questo passaggio sia certo per tutti”.