Elezioni comunali 2018. E’ il 10 di giugno. Si vota di nuovo. Vota un pezzo di Italia che mette alla prova per la prima volta la maggioranza gialloverde o, come preferisce definirla Salvini, gialloblu. Perché è al blu Europa che stranamente si è affidato il Capitano nell’allontanarsi dal mito padano per abbracciare la bandiera del primato degli italiani. Proprio così, da almeno due anni Matteo Salvini continua a ripetere alla pubblica opinione che la Lega nord non esiste più. E lo stesso Berlusconi non lo ha capito e continua a non capirlo. Così come sul web ci si esalta pensando a Di Maio come all’ex steward dello stadio San Paolo di Napoli, dimenticando che le fila degli ordinari in università pronti a legarsi al Movimento 5 Stelle si ingrossano di giorno in giorno.
Vero è invece che il governo ha finora retto più la scena della residua campagna elettorale che non quella della gestione della cosa pubblica. Due consigli dei ministri senza sugo, altro che primi cento giorni. Ministri latitanti sul fronte europeo quasi timorosi di mostrarsi impreparati. Conte che esterna le sue qualità in giro per il mondo, tutte quelle personali, ma non quelle del buon governo.
Ed ogni volta che qualcuno riesce a rivolgere al premier una domanda sui numeri e le coperture di ciò che ad oggi è solo una somma di buone intenzioni compare dal nulla Rocco Casalino, piccolo grande fratello della casa legastellata, che lo trascina fuori dalla scena relegandolo in un ruolo da comprimario.
Hanno fatto chiare promesse i dioscuri Luigi e Matteo. E hanno detto a tutta Italia di avere le idee chiare su come fare per realizzarle. Sotto l’ombrellone gli italiani con pazienza discuteranno e con benevolenza valuteranno le mosse “degli avvocati del popolo” giurando sulla slealtà dei tedeschi e l’ostilità dei mercati. E scommettendo sulla serietà e la determinazione del Matteo con la barba.
Poi verrà settembre. E con l’approssimarsi della legge di bilancio la necessità di andare a vedere quei numeri. Quelle coperture che possano rendere plausibili quelle promesse. E tutti in Europa e nel mondo vorranno andare a vedere le carte del governo del cambiamento. Quelli che hanno pregiudizio e quelli che hanno simpatia. Ma prima gli italiani.