Si prevede un dibattito acceso in Commissione Affari costituzionali alla Camera, dove è da poco approdato il modello elettorale Italicum frutto dell’intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il documento reca la firma anche di Ncd. Un assaggio di quello che accadrà lo ha già dato Rosy Bindi che, pur apprezzando il lavoro svolto finora, ha voluto avvertire il segretario del Pd: “in Commissione abbiamo la maggioranza”, quindi “se presenteremo degli emendamenti, il segretario li deve accettare”. I conti dell’ex presidente democratico sono giusti: i renziani sono otto, i cuperliani tredici, e proprio questi ultimi tenteranno di scalfire il patto che al momento ancora lega il sindaco di Firenze e il leader di Forza Italia. “L’Italicum sarà cambiato”, ha assicurato invece il bersaniano D’Attorre, convinto “che alla fine Renzi si convincerà ad abbandonare le liste bloccate e non tradirà il popolo delle primarie”. Uno su cui potrà contare Matteo Renzi è il deputato Emanuele Fiano, capogruppo Pd proprio nella Commissione chiamata ad esaminare il testo base della proposta di legge elettorale. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Onorevole Fiano, il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Francesco Paolo Sisto, ha detto che il testo è sostanzialmente pronto, ma “mancano due residuali approfondimenti di carattere aritmetico”. A cosa si riferisce?
Proprio come ha detto il presidente, ci sono questioni puramente tecniche ancora da risolvere. La legge elettorale è uno strumento molto complesso che deve tener conto dell’articolazione del territorio, della suddivisione in circoscrizioni e del calcolo degli eleggibili per ognuno di questi collegi plurinominali. Insomma, sono tanti gli aspetti di non secondaria importanza che bisogna analizzare con cura, senza ovviamente dimenticare che andrà calcolato anche un Senato che, pur essendo al centro di una necessaria riforma, ancora esiste nel momento in cui stiamo scrivendo la legge.
Oltre agli aspetti tecnici non mancano di certo anche le questioni politiche, come la clausola “salva-Lega” che non si trova nella bozza.
Era sul tavolo, appunto, l’ipotesi di immaginare un trattamento particolare per quei partiti come la Lega a cui si voleva riconoscere l’insediamento territoriale, una norma che tra l’altro era già presente nel Mattarellum. La clausola salva-Lega non c’è; non so se se qualcuno proporrà degli emendamenti. Del resto è una questione puramente politica.
Come gestirete il rapporto con i cuperliani in Commissione?
Come ha detto Renzi durante la riunione dei deputati che si è tenuta ieri, il Pd è disposto a delle modifiche, ma non su ogni cosa (come ad esempio sul proporzionale). Da parte nostra c’è sicuramente disponibilità, ma tutti gli esponenti del nostro partito che intendono modificare la legge dovranno tenere presente che avranno bisogno del consenso di tutti gli altri partiti che fanno parte del patto.
Quanto si metteranno di traverso gli esponenti Pd che non vedono di buon occhio il progetto di Renzi?
Cercheranno senza dubbio di apportare delle modifiche, ma mi auguro che si rimetteranno alle decisioni della maggioranza del gruppo se vedranno che risulteranno impossibili per la tenuta della maggioranza o dell’accordo stesso. La linea del segretario verrà comunque mantenuta, anche perché tutti loro apprezzano comunque l’impianto complessivo.
Quali saranno i punti di maggior contrasto?
Innanzitutto le preferenze, anche se non si tratta di una delle proposte “storiche” del Pd. Tra queste c’è invece il doppio turno di collegio, un sistema che accresce la spinta coalizionale per produrre maggioranze eque e quindi governi più stabili e duraturi.
Per quanto riguarda il rapporto tra elettore ed eletto?
Francamente non sono d’accordo sulle critiche legate alle preferenze. Rimanendo fedele alla proposta del Pd che le ho appena citato, ed essendo questa l’unica ipotesi che ho visto avanzare finora, la battaglia delle preferenze può essere anche considerata legittima, ma non fa parte di quelle che il Pd ha portato avanti nei mesi precedenti. Bisogna poi considerare i pregi ma anche i tanti difetti dello strumento delle preferenze.
Quali?
Ovviamente permette di scegliere direttamente chi si vuole mandare in Parlamento, ma dall’altra parte abbiamo visto che in alcune Regioni, non solo del Sud, ha portato a ingenti infiltrazioni della criminalità organizzata. Vorrei poi ricordare che abbiamo già sperimentato una “medicina” per evitare lo strapotere delle segreterie di partito, cioè le primarie.
Come vi porrete invece di fronte ad eventuali polemiche da parte di Forza Italia che prevede che il patto con Berlusconi venga rispettato?
Il patto verrà rispettato, a meno che tutti insieme non si decida di introdurre modifiche e miglioramenti.
(Claudio Perlini)