Emmanuel Macron ha lanciato il progetto di ricostruzione democratica dell’Europa in Grecia. Non è stata affatto causale la scelta di Atene, la culla della democrazia, da parte del presidente francese, il cui obiettivo è “risvegliare” l’Europa. L’Acropoli e la vestigia del Partenone sullo sfondo: così Macron ha lanciato il «messaggio di fiducia» ai popoli europei. La rifondazione democratica deve ripartire dalla Grecia, il banco di prova più duro per il progetto europeo. «Serve un’Europa più unita che mai. La sua dissoluzione sarebbe un suicidio politico», ha spiegato il presidente francese, secondo cui non si possono più chiudere gli occhi. È arrivato il momento di fare autocritica, altrimenti si corre il rischio di diventare «la generazione responsabile della scomparsa dell’Europa». Per Macron bisogna allora ritrovare responsabilità e solidarietà, una forza di sovranità nazionale ed europea. «Dobbiamo avere il coraggio di ritrovare la via della democrazia», ha aggiunto il presidente francese. La cultura unisce e su di essa può essere costruita la fiducia europea. «Non voglio scrivere il vostro futuro, ma voglio darvi la possibilità di sceglierlo», ha detto poi rivolgendosi ai giovani.
IL PROGETTO EUROPEO DEL PRESIDENTE FRANCESE
Prima di Emmanuel Macron, solo André Malraux era stato l’unico francese a parlare dal pulpito ateniese. Nel 1959 l’allora ministro della Cultura pronunciò un discorso per festeggiare il primo giorno nel quale l’Acropoli fu illuminata. Il progetto del presidente francese è concreto: nella delegazione che lo ha accompagnato in Grecia anche il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, e una cinquantina di imprenditori francesi che sono pronti a investire nuovamente in terra ellenica. Dopo anni di crisi e recessione, l’economia greca rivede la luce. La Francia, che rappresenta il 10% degli investimenti diretti, non vuole lasciare campo libero alle aziende tedesche e cinesi. L’Europa prova a ripartire dunque dove tutto è cominciato. La nuova generazione ha una scelta da fare: far morire il continente o rifondarlo. Ma questa seconda strada passa dall’avvento di «una sovranità europea che ci permetterà di difenderci e di esistere».