La vigilia delle elezioni in Francia è sempre più tesa e ricca di spunti per continui scontri tra candidati e principali avversari alla conquista dell’Eliseo. Questa volta è Francois Fillon a buttare in bagarre la contesa, nientemeno che contro il presidente uscente Francois Hollande: sentite l’accusa rivolta contro il leader di Ps in diretta al talk show “L’Emissione Politique”, «Accuso il presidente della Repubblica. C’è un libro di cui ho letto le bozze – ha detto il candidato gollista- che spiega come Hollande fa arrivare le intercettazioni nel suo ufficio, come riesca ad essere al corrente di tutto, pedinamenti compresi». Apriti cielo, in Francia ora è bufera dopo le parole di Fillon che punta il dito direttamente contro la sinistra di cui fanno parte ovviamente Hamon ma che lo stesso Macron, essendo stato un ministro del governo Hollande fino a poco tempo fa, rappresenta in qualche modo. Un tentativo di propaganda politica in vista delle elezioni o una reale minaccia contro la sicurezza politica oltr’Alpe: «è uno scandalo di stato» denuncia Fillon che richiede anche una immediata inchiesta a partire da queste presunte cause contro la Presidenza della Repubblica. Lo scontro è appena cominciato…
Oggi Marine Le Pen, candidata alle Elezioni Francia 2017 con il Front National, sarà in visita a Mosca nell’ambito del programma di cooperazione parlamentare tra il Front National e il partito di maggioranza russa del Presidente Vladimir Putin: in questa occasione, a pochi giorni dall’attentato di Londra, sarà interessante vedere come “lo zar” accoglierà la forte candidata alle Elezioni verso l’Eliseo e come rilancerà la discussione sui temi europei. Putin non vede di buon occhio una sorta di riedizione “alla Hollande” né nel centrosinistra né tantomeno nel centrodestra. Di certo la figura di Macron viene vista con curiosità dal Cremlino, nutrendo la speranza che possa cambiare la linea anche sulle sanzioni contro la Russia in merito alla annosa vicenda ucraina. Intanto però è proprio Marine Le Pen a rappresentare la massima vicinanza su molti temi di politica estera ed economia: ieri il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha detto che non definirebbe né Le Pen e né Donald Trump dei populisti, bensì «realisti»: “Donald Trump o Marine Le Pen? Non li chiamerei marginali, se non altro perché sono pienamente integrati nei principi che sono alla base del funzionamento degli Stati americani e francesi”. Pochi commenti invece per quanto riguarda la vicenda Fillon, dopo che un settimanale francese ha rivelato un presunto pagamento fatto a Fillon per aver fatto da mediatore tra Putin e altri uomini d’affari: lo scandalo che ha avuto molta eco in Francia contro il candidato gollista alle Elezioni in Russia non ha invece visto particolari coinvolgimenti in termini mediatici al Cremlino, «francamente sembrano un’invenzione, quello che chiamiamo fake news», riporta il portavoce del palazzo di Mosca, Dmitri Peskov.
Uno spostamento molto più che temporaneo di voti da Macron ad Hamon è quanto sta avvenendo a meno di un mese dalle Elezioni in Francia: il partito Socialista vive forse la peggior fase politica degli ultimi anni con il governo Hollande che perde pezzi, il candidato ufficiale che risulta il più debole dell’intera campagna elettorale (anche per la mancanza di supporto dello stesso Ps) e appunto i tanti transfughi che con la “scusa” del voto utile in vista dello “spettro” di Marine Le Pen si sono spostati verso il fondatore “En Marche!”. Nel primo confronto in tv di lunedì scorso Emmanuel Macron è risultato il candidato assai più convincente e i tanti delusi del Ps pare che abbiano avuto la prova provata di “dover” fare il salto della palizzata abbandonando il proprio candidato, superato anche dal leader comunista Melenchon. Ieri in Francia in tanti giornali sono stati fatti anche molti nomi di esponenti di spicco del Ps in fuga verso l0area centrista di Macron per non permettere alla Le Pen di arrivare al secondo turno magari contro Fillon. Al momento Macron sembra il vero favorito e cambiare prima di poter essere troppo in ritardo per farlo sarebbe il nuovo “mantra” dei socialisti che da Valls in giù hanno già o stanno per fare il loro personale endorsement al candidato di En Marche!. Resta Hollande che ancora non si è espresso in merito ma che ha fatto capire da più parti la sua personale “insofferenza” al candidato vincente alle Primarie di coalizione. In America li chiamano “Dead Man Walking” e ovviamente in senso figurato sembra quanto sta per avvenire al candidato Benoit Hamon…