Saras in forte calo a Piazza Affari, per le indiscrezioni secondo cui gli inquirenti del tribunale di Milano starebbero lavorando su un’ipotesi di falso nel prospetto per la quotazione, che ha portato la società della famiglia Moratti in Borsa nel 2006. Le azioni stanno registrando una flessione del 2,4 per cento, a 3,07 euro, risultando così il peggiore tra i titoli energetici in Borsa, settore che contiene i cali in un quadro di ribassi generalizzati.
In particolare, secondo quanto riporta un’inchiesta realizzata da “La Repubblica”, la perizia fatta dal consulente tecnico della procura di Milano indicherebbe che la corretta forchetta di prezzo per la quotazione del titolo era compresa tra i 4 e i 5 euro, anziché i 6 euro del collocamento, in quanto l’utile di gruppo del 2005 riportato nel documento contava anche la presenza di utili derivanti dalle scorte di magazzino. Ciò significherebbe, spiega il quotidiano, un «contestuale danno per il mercato di 770 milioni» di euro. Secondo quanto riferisce un analista, «Eventuali sviluppi giudiziari potrebbero avere delle conseguenze sulla società e quindi sul titolo in Borsa».
Intanto il presidente della Saras, Gianmarco Moratti, non si sbottona. «No comment», sono le uniche parole che pronuncia in merito all’indagine della Guardia di Finanza sui titoli della società, da cui emergerebbero plusvalori destinati a coprire le spese dell’Inter, club di cui è presidente il fratello Massimo Moratti. «Quando c’é un’indagine in corso – ha sottolineato Gianmarco Moratti, fuori dagli uffici della Saras – non si fanno commenti».
“Sono calunnie, niente di più».
Affermazioni pesanti giungono dal fratello Massimo, che, oltre alla presidenza del club neroazzurro, è coinvolto nella Saras come amministratore delegato. «Sono calunnie, niente di più», così Massimo Moratti ha liquidato le indagini della Guardia di Finanza.