«La Commissione Ue ha già stabilito che Renzi approvi una legge di stabilità per il 2015 che metterà l’Italia in ginocchio. Di fatto l’intera nazione sarà commissariata, e quando ciò avviene a un Paese fondatore dell’Ue ciò significa mettere la pietra tombale sull’intero progetto europeo». Sono le parole di Gustavo Piga, professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma. Nei giorni scorsi su alcuni giornali era comparsa la notizia che il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, avrebbe confidato ad amici che il governo sarà costretto ad adottare un prelievo forzoso da 20 miliardi di euro, e questa “sarà la vittoria della troika”.
La scorsa settimana alcuni giornali hanno attribuito a Ferruccio De Bortoli una frase secondo cui a ottobre sarà necessaria una manovra da 20 miliardi. Cosa ne pensa?
Quella cui si riferisce De Bortoli è la manovra per il 2015, non la manovra-bis per il 2014.
Vista la situazione economica e il fatto che passi avanti sulla richiesta di flessibilità rispetto ai parametri europei non se ne vedono, si può ipotizzare una manovra-bis per il 2014?
No, Renzi non la farà mai. L’Europa fa finta di niente, non vuole mettere in difficoltà il Premier e capisce che la questione chiave è sulla legge di stabilità per il 2015. È su quest’ultima che si concentreranno i problemi, mentre la Commissione Ue si mostrerà pragmatica sull’ipotesi di una manovra nel 2014. L’Italia chiuderà il 2014 con un rapporto deficit/Pil al 3%, magari con qualche “imbellettamento” di bilancio. La Commissione chiuderà gli occhi, per poi chiederci di affrontare i problemi nella legge di stabilità per il 2015 che si trasformerà in una questione di vita o di morte.
Che cosa si aspetta da questa legge di stabilità trasformata in questione di vita o di morte?
Mi aspetto un disastro che metterà in ginocchio il nostro Paese e l’Europa intera. Ci saranno sicuramente nuove tasse, anche se dovremo vedere se saranno di tipo patrimoniale o meno. Stiamo parlando di 25-30 miliardi, e non riesco a immaginare come si potranno trovare in un Paese che ha avuto tre anni consecutivi di recessione. Ciò significa una miopia di un livello così epocale che non posso immaginare come reagirà il Paese. Voglio solo sperare che Renzi dica di no e si ribelli, e che dica basta a questo stupido Fiscal Compact che fa morire l’Italia e l’Europa.
Si potrà agire con tagli della spesa?
È chiaro che non c’è tempo per fare il taglio degli sprechi in un mese, il Regno Unito ci ha messo cinque o sei anni e anche noi avremo bisogno dello stesso tempo. È un momento delicatissimo, spero che Renzi anziché negoziare per il 2014 stia fin da ora pensando a una strategia per il 2015.
Il senatore Mucchetti ha parlato di “troika in vista”. È davvero così?
Rispetto a quella della Grecia, quella dell’Italia è un altro tipo di morte. Come noi sappiamo si può morire di troika o di Fiscal compact. Se un Paese fondatore dell’Europa quale è l’Italia è commissariato, significa che è fallito per sempre il disegno europeo.
Si può dire che il bailamme sulla riforma del Senato serva a “occultare” o quanto meno a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalle difficoltà dell’economia italiana?
No, penso che ci sia una battaglia seria e importante. Abbiamo delle regole elettorali che non funzionano molto bene, abbiamo dei costi della politica che danno fastidio ai cittadini. È legittimo che Renzi abbia scelto questo come battaglia di cambiamento. Io gliene avrei raccomandata un’altra, quella che stiamo perseguendo con il referendum sul Fiscal compact.
(Pietro Vernizzi)