Ncora Mps resta in attesa di notizie da Bruxelles circa l’approvazione del suo piano industriale. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, però, sul tema della gestione delle sofferenze bancarie si sarebbe arrivati a un accordo di massima, mentre la trattativa tra autorità italiane ed europee sarebbe più difficile per quel che riguarda i tagli ai costi della banca toscana, in particolare su personale e filiali. Il quotidiano di Confindustria segnala che da Bruxelles sarebbe partita una richiesta di oltre 10.000 esuberi, rispetto alla quale Montepaschi avrebbe fatto notare che in assenza di una rete sufficiente non potrà tornare a produrre utili e a far sì che lo Stato possa uscire in tempi rapidi dal capitale. Sembra che si sia intanto raggiunto un accordo per diluire nel tempo i tagli, ma sulla loro quantificazione le posizioni restano lontane e Morelli, scrive Il Sole 24 Ore, sembrerebbe irremovibile.
Carlo Sibilia è intervenuto a Radio Cusano Campus criticando la scelta fatta dal Governo di nominare Alessandro Profumo amministratore delegato di Leonardo. Il deputato del Movimento 5 Stelle ha spiegato infatti che per tale carica sarebbe servito il requisito di onorabilità, ma la legge è stata cambiata proprio pochi giorni prima che l’ex Presidente di Mps, rinviato a giudizio per usura bancaria, venisse scelto per l’incarico. Senza dimenticare che la sua posizione nell’inchiesta di Milano su Montepaschi non è stata archiviata. “Lo Stato potrebbe essere parte lesa nel processo su Monte dei Paschi, dove è indagato Profumo. Quindi è stato nominato per guidare un’azienda di Stato un manager che potrebbe aver leso lo Stato”, ha detto Sibilia, secondo cui la magistratura “dovrebbe attivarsi per cercare di capire perchè il ministro dell’economia cambia la norma a due giorni dalla nomina di Profumo”.
Mps continua ad attendere segnali dalle istituzioni europee sul piano industriale che darebbe il via alla ricapitalizzazione precauzionale. Sembra però che i tempi si allungheranno rispetto a quanto previsto e addirittura si ipotizza che potrebbe arrivare prima il via libera su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Secondo Milano Finanza, infatti, per le due banche venete il 24 maggio potrebbe esserci qualche novità di rilievo, mentre per la banca toscana le stime erano di una risposta europea entro il mese di giugno. Tuttavia le recenti dichiarazioni di Daniele Nouy fanno pensare che occorrano ulteriori approfondimenti per arrivare a un “verdetto” sull’effettivo ammontare della ricapitalizzazione necessaria a mettere in sicurezza Mps.
Il caso De Bortoli-Boschi-Etruria-Unicredit continua a tenere banco e a occupare una parte non irrilevante del dibattito politico, coinvolgendo di riflesso anche Mps. Alessandro Di Battista, per esempio, ha voluto evidenziare come forse gli attacchi che gli arrivano dal Pd nascano in realtà da una reazione per l’essere stati “bacchettati” sulle banche. E così l’esponente del Movimento 5 Stelle ha voluto ricordare i vari intrecci tra i dem e le banche, come il fatto che Sorgenia abbia ricevuto dei prestiti sia da Banca Etruria che da Mps, senza dimenticare che la banca di Arezzo ha fatto prestiti anche a Saico, azienda nel cui cda sedeva lo zio di Maria Elena Boschi. “Con il M5S al governo Bankitalia avrebbe più poteri di controllo e sarebbe slegata dalla politica. Con il M5S le banche d’affari sarebbero separate da quelle commerciali. Con il M5S i risparmi dei cittadini sarebbero al sicuro”, ha aggiunto poi Di Battista.
Con la manovra aggiuntiva vengono modificati i parametri Ace, cosa che porterà per Monte dei Paschi a un risparmio pari a 891 milioni in minori tasse, senza dimenticare che quella toscana non sarà l’unica banca a ottenere un vantaggio dalla nuova normativa. L’Adusbef ha quindi deciso di ricordare come gli ultimi tre governi abbiano di fatto aiutato le banche italiane sulle spalle dei cittadini-contribuenti. In una nota Elio Lannutti ha quindi elencato i 16 provvedimenti (4 di Letta, 9 di Renzi e 3 di Gentiloni) che “gravano sulle spalle dei cittadini, famiglie, Pmi e della fiscalità, generale, anche con l’aumento del debito pubblico, arrivato a 2.240,1 miliardi di euro”. Il primo provvedimento della lista risale al 2013, quando il Governo Letta varò una fiscalità di vantaggio sulla deducibilità delle perdite, portandolo da 18 a 5 anni. Un intervento che Mediobanca ha valutato in 19,8 miliardi di euro.
L’ultimo provvedimento non è però quello contenuto nella manovra aggiuntiva, ma una disposizione del ddl concorrenza, che “apre il mercato dei lavori privati alle società di ingegneria, costituite in forma di società di capitali o cooperative (finora potevano lavorare solo nel pubblico), offrendo agli istituti di credito, la possibilità di aprirsi le loro società di ingegneria e monopolizzare l’intero mercato delle abitazioni private, tutto in un unico pacchetto, che comprende mutuo, assicurazione, agenzia immobiliare e ristrutturazione della casa”. Tutti questi provvedimenti, conclude Lannutti, rappresentano dei regali alle banche, mentre ci sono risparmiatori azzerati che ancora non sanno se potranno avere una qualche forma di ristoro per la perdita subita.