Apparentemente non c’è una logica nel fatto che oggi le Borse aprano in modo incerto, poi ritraccino nel giro di un quarto d’ora, passino dal territorio negativo a quello positivo e si rafforzino nel corso della mattinata in modo consistente. A metà giornata, piazza Affari è in rialzo del 2,5% circa e sulla stesa scia, ci sono il Dax tedesco (+1,7%) il Cac 40 francese (+2,2%). Milano ha superato i 16mila e quattrocento punti e c’è qualche analista finanziario che sostiene e scommette che piazza Affari potrebbe presto puntare ai 17mila punti.
Spiegavamo che non sembra che ci sia una logica chiara. È vero i dati sulla produzione industriale europea sono un po’ meglio delle attese, ma siamo sempre in una zona che si potrebbe dire di “contrazione” per usare il termine di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. Le agenzie di rating, ultima nell’ordine Fitch, continuano a dare voti negativi elargendo downgrade non solo ai debiti sovrani, ma anche alle imprese e alle banche. In più c’è stata ieri l’audizione al Parlamento europeo di Jean Claude Trichet, il presidente della Banca centrale europea, che invitava la Comunità a intervenire prontamente sul problema del rifinanziamento delle banche europee.
Non si sa bene se Trichet abbia parlato, più o meno, metaforicamente o realisticamente, che “si tratta di questione di minuti”. Con tutta probabilità il presidente uscente della Bce ha lanciato un allarme forte agli Stati e all’“asse di fatto” Parigi-Berlino, perché nell’allargamento del Fondo salva-Stati non si perda troppo tempo nei dettagli. Quindi, una risposta indiretta al vertice di Berlino di domenica scorsa tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.
Ma due problemi, oltre all’allarme di Trichet, potevano mettere in una posizione di diffidenza e di incertezza i mercati. Il primo è il salvataggio del colosso franco-belga Dexia, zeppo nel suo portafoglio di titoli greci, diventa più problematico per diatribe tra valloni e fiamminghi; il secondo è l’atteggiamento della Slovacchia contrario all’allargamento del Fondo, ribadito già stamattina con un voto del Parlamento perlomeno strano: 9 contrari, 60 astenuti, 59 favorevoli. È anche per questa frammentazione europea che i mercati avrebbero potuto reagire male.
Ma mentre avvenivano questi fatti e dopo che la Borse ieri hanno quasi azzerato le perdite nell’ultima mezzora di contrattazioni dopo una giornata tutta in territorio negativo, stamattina Trichet faceva una nuova dichiarazione: la Grecia, con tutta probabilità non andrà in default.
Dichiarazione avvenuta dopo la problematica visita della cosiddetta “troika” in una Atene quasi paralizzata. Poi è arrivata una dichiarazione del cancelliere Angela Merkel, che garantiva entro il 23 ottobre la presentazione del piano per il rifinanziamento delle banche.
Tra poco sarà di nuovo il presidente della Commissione europea, Josè Barroso, a fare dichiarazioni sul piano. Un minimo di logica, tra tante contraddizioni, c’è nella risposta dei mercati. Intanto Wall Street si accoda alle Borse europee partendo in rialzo.