COSENTINO – VOTO SULLE INTERCETTAZIONI: A pochi giorni dal voto di fiducia sui cinque punti programmatici che il Presidente del Consiglio presenterà, la maggioranza è attesa domani da un voto importante, quello che riguarda le intercettazioni a carico di Nicola Cosentino.
«Sono irrilevanti, per me non cambia niente. Mi rimetto all’aula, chiederò che decida liberamente», ha dichiarato lo stesso Cosentino, in merito all’uso delle intercettazioni a suo carico.
A queste dichiarazioni sono seguite numerose reazioni. Se il finiano Granata dice «chiederà che venga autorizzato e quindi siamo d’accordo, voteremo sì». Differente il commento del futurista Italo Bocchino: «Ascolteremo prima il preannunciato intervento di Cosentino e in base a quello decideremo come votare».
Altero Matteoli ha dichiarato: «Spero che i colleghi di tutti i partiti, compreso Futuro e libertà, prima di decidere ascoltino le parole dell’interessato e solo dopo decidano come votare. Farlo prima mi parrebbe una decisione assurda. Sentiamo come giustifica il suo intervento Cosentino».
Più duro Fabrizio Cicchitto: «È il momento del massimo senso di responsabilità perchè dalla fine di settembre in poi è in gioco la governabilità del Paese, che nelle intenzioni del Presidente Berlusconi deve essere gestita non in termini statici, ma con precisi obiettivi di modernizzazione. In questo quadro non è affatto accettabile il tatticismo potenzialmente destabilizzante di chi ipotizza un eventuale voto favorevole al discorso alla Camera e al Senato del Presidente Berlusconi e poi l’apertura di una sorta di guerriglia parlamentare».
«In secondo luogo – aggiunge Cicchitto – non è accettabile nel metodo e nella sostanza l’ipotesi di un voto trasversale sulla comunicazione televisiva sia perchè essa, allo stato, è caratterizzata nel suo complesso da una gestione equilibrata fra tutti i telegiornali, sia perchè l’esistenza di un gruppo parlamentare che nel contempo sta dentro e fuori della maggioranza prefigura una situazione politico-parlamentare non stabile, anzi perennemente a rischio di destabilizzazione».
La controreplica a Cicchitto è giunta dal finiano Benedetto Della Vedova: «È tatticismo esasperato quello di chi cerca di strappare all’opposizione qualche parlamentare nell’illusione di rendere ininfluenti i voti di Fli, cercando di affidare quel processo di modernizzazione del Paese di cui parla Cicchitto non al sostegno significativo di chi è impegnato da sempre nella realizzazione del programma di governo, ma al sostegno di altri. Contemporaneamente però dobbiamo sentirci il processo alle intenzioni da parte del capogruppo del Pdl. Sulla tv presenteremo una mozione che vuole impegnare il governo a esercitare il proprio ruolo di monitoraggio del contratto di servizio che prevede dei punti specifici in termini di informazione, pluralismo e correttezza. Tema sul quale credo che siamo tutti impegnati da liberali».
Tra i centristi, l’Udc Pierluigi Mantini ha dichiarato: «Apprezziamo la disponibilità dell’onorevole Cosentino all’utilizzo, da parte della magistratura, delle intercettazioni telefoniche che lo riguardano e dunque l’Udc voterà l’autorizzazione. Rispettiamo la volontà espressa che in questo caso coincide con la corretta interpretazione delle garanzie parlamentari, che non devono trasformarsi in privilegi o abusi».
«La nostra posizione sulla vicenda Cosentino è fin troppo chiara – dice Anna Finocchiaro (Pd) -. Sin dall’inizio della legislatura abbiamo avuto una linea precisa. Per me Cosentino deve dimettersi, da molto tempo abbiamo chiesto le sue dimissioni».
L’Italia dei Valori sfida però i finiani attraverso le parole di Silvana Mura: «Il voto di domani su Nicola Cosentino è politicamente più rilevante di quello della prossima settimana sui cinque punti. Mentre il 28 settembre saremo chiamati a votare sull’aria fritta, domani siamo chiamati a pronunciarci su un caso assai concreto che riguarda la legalità e l’affermazione del principio di uguaglianza davanti alla legge. Domani sarà possibile capire se Futuro e Libertà, che non ha il coraggio di far cadere il governo, è almeno coerente sul principio di legalità e sarà possibile rendersi conto se la fatidica quota dei 316 è stata raggiunta oppure no».