Se l’Italia vorrà mantenere il pareggio di bilancio anche dal 2015, dovrà necessariamente attuare “ulteriori correzioni, sia pure di dimensioni limitate rispetto a quanto fatto in passato”. Ad annunciarlo è Daniele Franco, direttore centrale per la Ricerca economica e le Relazioni internazionali della Banca d’Italia, durante l’audizione sul Def davanti alle Commissioni congiunte speciali per l’esame di atti del Governo del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Proprio riguardo al Def, Franco ha sottolineato che il documento “mette in luce gli importanti risultati conseguiti grazie agli interventi correttivi attuati negli scorsi anni”, ma affinché l’Europa riconosca effettivamente il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio “vanno immediatamente dissipate le incertezze sulla stabilità del gettito legato al vigente sistema di imposizione sugli immobili” (anche se non è comunque stato fatto alcun esplicito riferimento all’Imu). Il banchiere ha quindi voluto ribadire quanto sia “molto elevata” una pressione fiscale al 44%, sia a livello storico sia nel confronto internazionale, e quanto “l’elevato livello di evasione fiscale” renda “il carico sui contribuenti onesti ancora più ingente”, fino a diventare un vero e proprio “ostacolo alla crescita”. E’ dunque necessario, aggiunge Franco, “ridefinire la composizione del carico tributario in modo da ridurre le distorsioni nell’offerta dei fattori produttivi”.