Troppa grazia, Sant’Antonio. Le Borse oggi aprono male e restano in territorio negativo. Dopo un inizio di settimana di rialzi consistenti, tanto da far riguadagnare i 16mila punti a piazza Affari, Milano sta perdendo a metà giornata il 2,1%, guadagnando per il momento la “maglia nera”, quella della Borsa che perde di più.
Ma non è che nelle altre piazze europee stanno andando meglio. Quasi tutte stanno perdendo su un valore intorno all’1%. È come se le Borse stessero rifiatando dopo la corsa all’insù dei giorni scorsi. Il comparto che trascina al ribasso, in quasi tutte le piazze, è quello bancario. La performance di Unicredit, ad esempio, nei giorni scorsi, che ha riportato il titolo sopra un euro, al momento si è fermata. La banca di piazza Cordusio oggi è stata sospesa alle 14 dalle contrattazioni perché era ritornata di poco sotto l’euro mentre perdeva il 5,5%.
È probabile che sia stato il bollettino mensile della Banca centrale europea a frenare gli entusiasmi dei giorni scorsi. Entusiasmi che si potevano tra l’altro scrivere tra virgolette, perché sinora è emersa solo una volontà politica di affrontare e risolvere i problemi, che tuttavia restano e il cui elenco è lungo. Se la Grecia sembra “salvata”, ma a costi pesanti che faranno male alle banche francesi e tedesche, la ricapitalizzzaione delle banche, dopo la road map tracciata da Josè Barroso, deve essere ancora stabilita nei dettagli. Intanto gli indici di crescita e tutti gli indicatori economici rivelano che la situazione complessiva resta sempre grave.
Che cosa spiega il bollettino mensile della Bce? “In questi tempi difficili è essenziale assicurare moderazione in termini sia di margine di profitto che di salari”. La Bce specifica anche il declassamento dell’Italia da parte di due agenzie di rating. Quindi nell’ultimo mese lo spread sui Btp italiani si è riavvicinato “ai livelli osservati in agosto prima che la Bce decidesse di riattivare il Programma per il mercato dei titoli finanziari”. C’è quindi un punto critico nel bollettino mensile della Bce: i paesi dell’area euro che hanno ricevuto il salvataggio Ue-Fmi e quelli particolarmente vulnerabili alle condizioni dei mercati devono essere pronti ad adottare “eventuali misure aggiuntive”.
Ma c’è un altro passaggio del bollettino che fa comprendere la situazione che ci si trova davanti. Dice la Bce: “Il coinvolgimento del settore privato nella risoluzione della crisi di alcuni Paesi, ossia la condivisione degli oneri tra settore pubblico e investitori “potrebbe mettere a repentaglio la stabilità finanziaria dell’intera area valutaria”. Tradotto dall’eurobrurocratese, questa frase significa che, mentre si fanno i conti sulle perdite della Grecia, anche il singolo investitore che accetta una parte del suo credito non salva il rating della banca e crea un precedente di default per il Paese debitore.
E’ questa l’urgenza che ci si trova davanti. Mentre si saldano i conti con la Grecia, si possono definire le perdite, ma si deve scongiurare il credit-crunch. Ecco la necessità di una misura-tampone.
Si dice che il mercato “ama il rischio e odia l’incertezza”. Bisogna che i conti siano saldati in modo chiaro, per far riacquistare una voglia di rischio a lungo termine. Anche per questo oggi le Borse perdono, non solo perché si sono saziate nei giorni scorsi. E non aiuterà la partenza negativa di Wall Street.