Dal “Napolitano boia” al “boia chi molla” di memoria fascista il passo evidentemente è breve, almeno per i parlamentari del Movimento cinque stelle. Come si ricorderà ieri il deputato Sorial nel corso di una conferenza stampa aveva definito il capo dello Stato un “boia”. Oggi parlando invece in aula il suo collega Angelo Tofano sul tema del decreto Bankitalia ha finito il suo intervento con lo slogan “boia chi molla”, aggiungendo: noi non molleremo. Confusione al limite della gaffe, poco piacevole peraltro, visto le reminiscenze di ordine fascista che tale frase fa venire in mente a tutti (o quasi tutti). Tornando invece a Giorgio Sorial, è stata aperta nei suoi confronti una inchiesta della procura di Roma con l’accusa di vilipendio del capo dello stato. Si tratta di un reato punibile con una pena che va da uno a cinque anni.