Chi ha avuto un minimo di attenzione sulla vicenda, avrà capito che il caso Skripal è alquanto nebuloso. Non si è chiarito come mai durante l’attentato (4 marzo) era in corso un’esercitazione militare che — guarda caso — simulava un attacco con gas nervini proprio a Salisbury (vedi la comunicazione sul sito del governo inglese e la conferma della Bbc che alla data del 9 di marzo l’esercitazione si era “appena conclusa”). Né si è chiarito come può essere considerata “prova inoppugnabile” la provenienza russa di un gas nervino la cui formula ormai non è più in possesso esclusivo di Mosca. Ed infine, non si è chiarito come mai la premier inglese Teresa May ha potuto lanciare le sue accuse già il giorno dopo l’avvelenamento di Salisbury (con tanto di corollario di provvedimenti che intendeva prendere) mentre l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) non ha ancora identificano l’agente chimico (vedi qui la comunicazione del direttore Opcw datata 20 marzo in cui annuncia i risultati degli esperti in “2 o tre settimane”).