Nelle aule scolastiche della California i professori avranno il dovere di insegnare il ruolo che gay, lesbiche, bisessuali e transgender hanno avuto nella storia degli Stati Uniti. La legge 48, approvata dal parlamento su proposta del senatore omosessuale Mark Leno, è stata firmata il 14 luglio scorso dal governatore democratico Jerry Brown, che ha deciso così di accogliere uno dei temi più sensibili per la comunità gay. La legge è molto simile a quella che era stata presentata nel 2006, quando in California la maggioranza era in mano ai repubblicani, su cui l’allora governatore Arnold Schwarzenegger mise però il veto. Il «Fair education act» aggiorna la lista californiana delle minoranze cui è già obbligatorio parlare nelle lezioni di storia, come donne, afro-americani e disabili. Stelio Mangiameli, professore di Filosofia del diritto all’università Tor Vergata di Roma, intervistato da Ilsussidiario.net osserva che «la rivendicazione di identità in America ha una sua complessità completamente diversa rispetto a quanto avviene in Italia. Di recente per esempio lo Stato di New York ha approvato una legge che ha previsto il matrimonio tra omosessuali, e la parte più liberal dell’opinione pubblica americana è portata a pensare a come superare queste discriminazioni verso i gruppi sessualmente orientati».
Per il professor Mangiameli però «la costituzione italiana prevede che tra i cittadini non debbano avvenire distinzione di sesso, mentre non cita le distinzioni di orientamento sessuale, che sono una cosa ben diversa. Queste ultime sono citate invece nel diritto dell’Unione europea, sia pure con alcune limitazioni molto forti in quanto non c’è un’accettazione totale di questo principio. Quello che vige in Italia quindi è un principio generale di non discriminazione, che si desume tra l’altro proprio dal principio di uguaglianza. Quindi certamente anche chi è omosessuale non può essere giuridicamente discriminato, nel senso che la sua omosessualità non può essere fatta oggetto della privazione del godimento di determinati diritti». L’esperto di diritto costituzionale specifica quindi: «Questo però non vuol dire che nel nostro ordinamento ci sia un bisogno di “azioni positive” a favore degli omosessuali», cioè di iniziative degli amministratori pubblici in loro difesa. «E dirò di più – prosegue Mangiameli – nel nostro ordinamento costituzionale eventuali “azioni positive” a favore degli omosessuali non avrebbero una copertura costituzionale. Che è prevista al contrario per impedire le discriminazioni tra i due sessi. Così come nella costituzione vigente non hanno diritto ad alcuna tutela né le convivenze di fatto di tipo eterosessuale, né le convivenze di fatto di tipo omosessuale».