Si aggrava il bilancio delle vittime e dei feriti, dopo gli scontri fra i palestinesi e l’esercito israeliano, avvenuti nella Striscia di Gaza nelle scorse ore. Come scritto poco fa l’edizione online del quotidiano La Repubblica, sarebbero nove i morti, tutti originari della Palestina, mentre il numero di feriti è salito a quota 1354, di cui 491 per via di un colpo di arma da fuoco. Una situazione preoccupante, visto che i feriti in gravi condizioni sono ben 33, come riferisce il portavoce del ministero, Asraf al-Qedra. Fra coloro rimasti coinvolti negli scontri anche diverse donne e un’ottantina di ragazzi minorenni. Tra le vittime accertate vi sarebbe inoltre Yasser Murtaja, giornalista-fotografo che è rimasto ucciso nonostante indossasse il giubbotto antiproiettile, una protezione obbligatoria per gli inviati in quella zona del mondo. Sono inoltre sei i giornalisti rimasti feriti. In totale, da quando è iniziata la protesta palestinese denominata “Marcia del Ritorno”, sono ben 32 le vittime accertate. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
7 LE VITTIME
Continua ad aggravasi il bilancio negli scontri di questo venerdì nella striscia di Gaza, con la protesta dei palestinesi che continua a lasciarsi alle spalle una lunga scia di sangue, con il conto delle vittime che è arrivato a 7 manifestanti, tutti palestinesi, uccisi. Ed entrando nel dettaglio, sono oltre mille i feriti negli scontri, dei quali quattrocento curati sul posto ed i restanti per i quali si è reso necessario il ricovero in ospedale. E tra i feriti ci sono sette donne e trentuno minorenni secondo le notizie ufficiali che stanno trapelando lentamente dai media locali. Una situazione che si sta aggravando giorno dopo giorno, da quando sono iniziate le manifestazioni della “Marcia di Ritorno” che hanno riportato alle stelle la tensione nella zona della striscia di Gaza. (agg. di Fabio Belli)
ANCHE UN 16ENNE TRA LE VITTIME
Un nuovo venerdì di sangue nella Striscia di Gaza, al confine con Israele, dove gli scontri durante la protesta dei palestinesi non accennano a diminuire, aumentando, anzi, il bilancio delle vittime. Ormai è stato superato di gran lunga il numero di venti morti nell’ultima settimana poiché il ministero della Sanità ha annunciato che sarebbero almeno quattro i palestinesi rimasti uccisi dai soldati israeliani. Al momento l’unica vittima identificata sarebbe un uomo di 38 anni, ma tra i morti, sempre secondo il ministero, ci sarebbe anche un giovane di appena 16 anni. E resta provvisoria la stima dei feriti che ad oggi sarebbero circa 780, di cui circa la metà curati sul terreno e i restanti ricoverati. Il portavoce Ashraf al-Qudra, come riporta Repubblica.it, ha parlato di 7 donne e 31 minori. L’esercito di Israele avrebbe chiesto ai giornalisti, attraverso altoparlanti, di evacuare l’area ed ora si teme che l’esercito possa ampliare le misure repressive nell’area delle proteste. Stando alle rivelazioni del portavoce, inoltre, sarebbero avvenuti tentativi di condurre “attacchi terroristici, mediante il lancio di ordigni esplosivi e di molotov”. Per concludere: “I nostri soldati hanno impedito le infiltrazioni”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
TEL AVIV, “SVENTATI ATTENTATI”
Il portavoce militare dell’esercito di Israele ha spiegato in questo ennesimo venerdì di sangue sulla Striscia di Gaza che i palestinesi, mossi dai gruppi di Hamas, hanno messo in atto una serie di attacchi e attentati che sono stati per fortuna sventati dalle milizie di Tel Aviv. «Diversi i tentativi di dimostranti palestinesi di danneggiare i recinti di confine e anche di attraversali», spiega ancora il portavoce che poi attacca «con la protezione di una densa cortina fumogena, sono stati sventati dai soldati israeliani dislocati lungo il confine con Gaza». Lancio di bombe molotov, attentati contri i soldati israeliani e tentati attacchi terroristici: la risposta di Israele racconta ovviamente una versione completamente diversa da quella palestinese che denuncia invece l’attacco dei cecchini sulla Striscia che nelle ultime ore ha già compiuto due morti e diversi feriti per la seconda settimana consecutiva di proteste nella Marcia del Ritorno. Oggi come da 60 anni a questa parte, le due versioni opposte tra Israele e palestinesi stanno portando al collasso totale con vittime innocenti che ogni volta sono quelle che ci rimettono di più; nel frattempo, è di pochi minuti fa l’avviso lanciato da Tel Aviv a tutti i giornalisti presenti di allontanarsi dalla Striscia perché gli scontri potrebbero continuare ed aumentare vistosamente. (agg. di Niccolò Magnani)
NUOVI SCONTRI SULLA STRISCIA DI GAZA
Gli scontri nella Striscia di Gaza, al confine con Israele, sono ripresi con maggiore violenza a distanza di una settimana dalla protesta dei palestinesi rappresentata dalla cosiddetta “Marcia del ritorno” e che aveva prodotto 17 morti. Nella giornata odierna, in concomitanza con il secondo venerdì di protesta, almeno un manifestante è stato ucciso e 81 persone sarebbero rimaste ferite (anche se il ministero della Sanità a Gaza parla invece di 40, di cui 5 gravi). Come riporta Corriere.it, i palestinesi avrebbero proseguito a manifestare dando fuoco a decine di copertoni e producendo una colonna di fumo al fine di impedire la visuale ai cecchini. Dopo un primo lancio di pietre, l’esercito di Israele ha risposto lanciando gas lacrimogeni prima di aprire il fuoco uccidendo un giovane palestinese. Il bilancio in una sola settimana di proteste resta tragico: 20 palestinesi sarebbero morti. Nel secondo venerdì di proteste, l’esercito israeliano attendeva l’arrivo di 50mila persone dopo le preghiere, 20mila in più rispetto alla scorsa settimana ma al momento il numero è notevolmente ridotto rispetto alle attese. Le proteste dureranno fino al prossimo 15 maggio, terminando nel giorno dell’anniversario della fondazione di Israele, la “Nakba” per i palestinesi, ovvero la “catastrofe” che portò a molti di loro all’abbandono di case e villaggi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MARCIA DEL RITORNO: SALE IL NUMERO DELLE VITTIME
Nuovi scontri a Gaza, prosegue la striscia di violenza al confine di Israele. Lo scorso 30 marzo 2018 Hamas ha annunciato il via della protesta della “Marcia del ritorno” nella Striscia di Gaza e da diversi giorni prosegue il conflitto tra i manifestanti palestinesi e l’esercito di Israele. Come sottolinea Repubblica, secondo le prime notizie i manifestanti hanno bruciato dei pneumatici ed hanno lanciato contro i soldati israeliani dei sassi. Scattata la risposta dell’esercito, che hanno lanciato lacrimogeni e sparato: fin qui sono diciannove le vittime ed oltre mille le persone ferite. E la situazione potrebbe peggiorare nel corso delle prossime ore: sono almeno cinquanta mila le persone radunate al confine con Israele. Il piano dei manifestanti è quello di dare fuoco a dieci mila copertoni, così da poter creare una cortina di fuoco. Inoltre, i siti israeliani affermano che i palestinesi hanno deciso di utilizzare degli specchi così da oscurare la visione dei soldati.
NUOVI SCONTRI A GAZA: LE ULTIME
Clima di altissima tensione a Gaza, città principale dell’ormai celebre Striscia di Gaza, con il governo israeliano che ha confermato che l’esercito è “pronto ad aprire il fuoco contro i manifestanti se ci saranno provocazioni come la scorsa settimana”, rivela Repubblica. Le proteste, iniziate il 30 marzo 2018, dureranno fino al 15 maggio 2018, giorno in cui viene celebrato l’anniversario della fondazione di Israele, “catastrofe” (Nakba) per i palestinesi poiché in migliaia dovettero abbandonare case e villaggi. Secondo le indiscrezioni della stampa locale l’esercito di Israele ha aperto il fuoco con colpi di artiglieria, munizioni vere e proiettili di gomma per contrastare i tumultuosi: fin qui sono diciannove le vittime ma, qualora proseguissero gli scontri violenti, il numero potrebbe impennarsi. Negli ultimi giorni infatti i palestinesi hanno continuato le proteste con lanci di sassi e molotov verso i militari. La vittima più giovane aveva solo sedici anni, rivela il Ministero della Sanità.