La morte di Bin Laden, ancora una volta, si tinge di giallo. E’ autentica o è un fotomontaggio la foto diffusa su Twitter dagli hacker di Anonymous? Nell’immagine, realizzata con un congegno a raggi infrarossi, si vede un soldato reggere la testa di un uomo che giace a terra, con una ferita sopra l’occhio destro. In realtà, a quanto rivela Vanity Fair, l’immagine – che in rete è già rimbalzata ovunque – non sarebbe che un fotomontaggio. L’originale sarebbe stata tratta dal film Black Hawk Down e utilizzata come come base per creare quella con Bin Laden. Un falso del tutto verosimile, dato che la ferita è compatibile con il contenuto, a quanto finora è stato rivelato, delle foto che il presidente Obama sarebbe intenzionato a diffondere. Foto estremamente crude, in grado di destare, secondo il presidente per l’antiterrorismo John Brennan, sentimenti antiamericani. Ma che, forse, spazzerebbero via, finalmente, tutti i dubbi sull’eliminazione del ricercato mondiale numero uno.
Per il medesimo motivo, gli Stati Uniti hanno deciso di diffondere il video delle esequie funebri di Osama Bin Laden. E’ stato sepolto in mare, si era detto, suscitando in tutto il mondo perplessità, sospetti, ipotesi di complotti. In molti hanno pensato che si trattasse di un bluff. Nessun Paese vuole ospitarlo, e c’è il rischio che il cadavere, una volta giunto a terra, divenga oggetto di venerazione, erano state alcune delle spiegazioni date dagli Usa. Nei prossimi giorni, il mondo assisterà alla prova che il principe del terrore è morto sul serio. O, perlomeno, ne sarà un po’ più convinto. Tutto ha avuto fine alle 7.10 italiane. Quando, dalla portaerei Usa Carl Vinson, il corpo del famigerato terrorista è stato gettato nel mar Arabico. Le cerimonia è durata 40 minuti. Il suo corpo è stato lavato e avvolto in panni bianchi. Un ufficiale ha letto una formula religiosa, che è poi stata tradotta in Arabo. Oltre al video, l’amministrazione Usa valuterà se diffondere anche le foto del cadavere. Tra chi sostiene che si tratti di una messa in scena ci sono, in prima linea, ovviamente, i talebani afghani; per loro, infatti, non ci sono prove sufficienti. Nel frattempo, sulla vicenda, si aggiungono di ora in ora ulteriori dettagli, o smentite di dettagli precedentemente rivelati.
Sembra confermato che il Pakistan non sia stato informato dell’attacco nel fortino del terrorista. Questo perché, come ha rivelato il capo della Cia Leon Panetta, gli Usa non si fidavano del Paese. E, tantomeno si fidano adesso. «Certa stampa negli Usa ha suggerito che il Pakistan mancasse di vitalità nella sua lotta al terrorismo o peggio, che noi proteggevamo i terroristi a cui dicevamo di dare la caccia ma queste sono solo speculazioni infondate che non rispecchiano i fatti», è stato il commento stizzito del presidente pakistano, Ali Zardari, sul quotidiano Usa Washington Post. Zardari, tuttavia, non ha potuto, o voluto, fare granché per reprimere il grande interrogativo che sovrasta l’opinione pubblica di un po’ tutto il mondo: come potevano i servizi segreti pakistani non sapere che Bin Laden si trovava nel rifugio in cui è stato ucciso, magari da anni? Lo sceicco del terrore, infatti, non si nascondeva in una grotta sperduta su alture amene, né in un bunker sotterraneo. Alloggiava ad Abbottabad, cittadina turistica a circa un’ora d’automobile dalla capitale Islamabad. Il suo covo era una sorta di fortino la cui architettura spiccava, distinguendosi nettamente da quella delle abitazioni circostanti. Gli inquilini del complesso avevano, inoltre, un atteggiamento che difficilmente poteva passare inosservato. Ad esempio, non erano soliti gettare l’immondizia. La bruciavano. «Non era in nessun posto dove avevamo immaginato che fosse, ma ora non c’è più», si limita a replicare Ali Zardari. Intanto, pare che i rapporti tra il suo Paese e gli States, si siano intesiti.
–John Brennan, aveva dichiarato (notizia che ha immediatamente fatto il giro del mondo) che una donna era stata mortalmente colpita, mentre Osama la usava come scudo umano. Fonti implicate nel conflitto, smentiscono: sarebbe rimasta solamente ferita, non sarebbe stata utilizzata come scudo. Hamza Bin Laden, invece, il figlio minore dell’ex leader di Al Qaeda, di cui si mormorava fosse in lizza per la successione al padre, sarebbe, effettivamente, stato fatto fuori. Hamza era sospettato di coinvolgimento nell’assassinio della leader pachistana Benazir Bhutto.