L’esercito invita le famiglie a lasciare le proprie case prima di mezzogiorno. Così si legge sui volantini lanciati dalle forze militari israeliane sulla zona di Beit Lahia, nel nord della striscia di Gaza. “L’operazione dell’esercito – riporta ancora il volantino – sarà breve”. Sangue su sangue: solo ieri nella striscia di Gaza ci sono stati 45 morti, che vanno ad aggiungersi a circa 150 morti e 1000 feriti dei giorni scorsi. Intanto sono circa 800 i razzi lanciati da Gaza su Israele in cinque giorni: in pratica, più di 160 al giorno, che hanno colpito il sud, il centro e il nord del paese, come ha riferito il portavoce militare israeliano. E la scorsa notte è stata avviata la prima operazione di terra contro un sito di lancio di missili di Hamas, nel nord della striscia di Gaza. Nel corso dell’operazione, sono rimasti feriti quattro soldati. Il blitz è stato effettuato da un commando della marina. In un raid israeliano è rimasto ucciso all’alba un ragazzo palestinese di 14 anni nella striscia di Gaza. Si tratta di Ibrahim al-Najar, che sarebbe morto a Jabalya, nel nord della striscia. Nelle prime ore del mattino, infatti, secondo quanto riferisce la polizia di Gaza, ci sarebbero stati 17 raid, che hanno colpito la regione: il bilancio è di 162 vittime. Intanto la comunità internazionale lancia un appello: “per la de-escalation della situazione” a Gaza, e chiede “il ripristino della calma e una ripresa del cessate il fuoco del novembre 2012”.Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu chiede in più “il rispetto del diritto umanitario internazionale, comprese le norme sulla protezione dei civili”.
(Serena Marotta)