“Prego per tutti quei dottori che praticano l’aborto, soprattutto quelli che tolgono la vita anche oltre il termine consentito. Non odio quei dottori che hanno ucciso la mia gemella: se dovessi conoscerli, direi loro che sono stati perdonati, non solo da me, ma anche da Dio”. Chi parla è Claire Culwell, una giovane donna americana che come altre come lei viene definita “sopravvissuta all’aborto”. La sua storia, terribile, è simile a quella di molte altre donne. Quando sua madre all’età di 13 anni rimase in cinta, i suoi genitori la convinsero ad abortire. L’interruzione di gravidanza venne eseguita (la ragazza era al quinto mese), ma tornata a casa si accorse che c’era qualcosa che non andava: era ancora incinta. Era infatti in attesa di due gemelli, e i dottori avevano abortito solo uno di loro. Tornò in ospedale ma le dissero che un secondo aborto avrebbe messo a rischio la sua vita. Nacque così Claire, sopravvissuta all’aborto. In America infatti le interruzioni di gravidanza in periodi ormai avanzati sono permesse: famoso è il caso del dottor Tiller, ucciso poi da un attivista pro life, che ne ha introdotto la pratica. Nelle ultime settimane un altro dottore abortista, Kermit Gosnell, è stato condannato all’ergastolo per aver causato la morte di diverse donne e neonati per il modo incurante di ogni minima assistenza medica con cui svolgeva la sua attività. Ecco cosa ha detto a ilsussidiario.net Claire.
Lei è sopravissuta all’aborto, ma la sua gemella è invece morta. Avrebbe potuto accadere il contrario: come si sente di fronte a tutto questo? Significa che vi è un destino predeterminato?
Perché io sono sopravissuta e la mia gemella no? E’ una domanda che potrebbe farmi impazzire. Posso solo credere che Dio abbia un suo progetto e che questo progetto è buono, completamente buono. Mia sorella non è qui, ma ha lasciato comunque una profonda traccia di sé, una sua eredità.
Cosa significa per lei la fede? Pensa che sarebbe credente senza la tragedia che ha vissuto?
La fede è credere in ciò che non si può vedere. Io provengo dalla famiglia di un ministro del culto (la famiglia che la ha adottata alla nascita, ndr) e Dio ha sempre fatto parte della nostra vita di tutti i giorni. Io so di non essere nulla e che non posso andare in Cielo se non confido in Lui come mio Signore. La mia storia è possibile proprio e solo a causa Sua.
Lei ha detto di aver perdonato I dottori responsabili della morte di sua sorella. Cosa significa il perdono in un caso come il suo? E’ Dio che dà la forza di perdonare o questa è una capacità umana?
Il perdono è possibile solo mediante Cristo. Io ho perdonato mia madre biologica, sua madre e il dottore che ha ucciso la mia gemella. Scegliere di perdonare significa liberarsi da una vita di rabbia e di dolore.
Lei ha definito la nostra libertà e il perdono in Cristo come il più grande dono che abbiamo ricevuto. Cosa significa in concreto nella vita di tutti i giorni?
Cristo è il creatore della vita e la sorgente del perdono. Tutto quello che siamo lo dobbiamo a Lui, ma noi così spesso non siamo all’altezza di ciò che abbiamo ricevuto e tuttavia Egli ci perdona, ogni volta. Seguirlo significa perdonare i nostri nemici e vivere una vita riempita dalla fede.
L’aborto in gravidanza avanzata è una cosa terribile, ma è terribile anche l’aborto in sé. Vi sono comunque delle differenze tra i due tipi di aborto e perché la legge li permette?
A noi esseri umani piace peccare. L’aborto è un peccato come nessun altro, non perché ha una punizione maggiore (argomento di un’altra possibile discussione), ma perché cancella la creazione più preziosa di Dio, la vita. Certo, vi sono differenze concrete tra i due tipi di aborto, ma agli occhi di Dio siamo tutti uguali, non importa quanto piccoli.
Secondo lei, vi è qualche differenza tra la clinica del dottor George Tiller e quella di Kermit Gosnell? Come giudica la condanna di Gosnell?
Sia l’uno che l’altro praticavano aborti in gravidanza avanzata, quindi del tutto simili, ma non credo che Tiller raggiungesse i livelli di non professionalità e di sporcizia di Gosnell. Comunque, entrambi uccidevano bambini, quelli che non potevano che essere considerati dei bambini, come nel caso delle gravidanze avanzate.
Il dottor Tiller è stato ucciso da un anti abortista. Qual è la sua opinione su uccidere per difendere la vita?
Sono al 100% e senza alcuna eccezione pro life, per la vita. Credo nella vita dal concepimento alla morte naturale, mai nella morte violenta o in niente diverso da Dio che chiama a casa la sua creatura.
(Paolo Vites)