Il presidente della Commissione episcopale per la Famiglia, monsignor Angelo Gracias,si è detto preoccupato per le misure nascoste del governo indiano per limitare la natalità
Il presidente della Commissione episcopale per la Famiglia, monsignor Angelo Gracias,si è detto preoccupato per le misure nascoste del governo indiano per limitare la natalità. Come riporta l’agenzia Zenit, infatti, nonostante le dichiarazioni ufficiali di impegno a non intraprendere iniziative coercitive in tal senso, la realtà è ben diversa. Se il ministro federale della Salute, Ghulam Nabi Azad, ha dichiarato che «non userà la forza per fermare la crescita della popolazione», sono in atto misure più occulte per raggiungere il medesimo scopo: «la dichiarazione va bene, ma i fatti la smentiscono. Ad esempio, in molti posti i lavori pubblici non vengono assegnati a chi ha più di due figli». Ha denunciato mons. Gracias.
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Il tasso di natalità dell’1,5 per cento annuo dell’India, è simile a quello che in Cina, negli ani 70, indusse il governo maoista ad adottare l’aberrante politica del figlio unico e degli aborti selettivi, con il risultato che oggi, nel Paese, ci sono 100 milioni di maschi in più rispetto alla femmine. Gracias ha ricordato che la Chiesa «è da sempre accanto a quei genitori che decidono di tenere i figli che arrivano», sottolineando che «lo Stato può fissare delle linee-guida, ma non fissare come accade in Cina il numero giusto di figli per famiglia». Secondo il presule la situazione «è molto complessa. Non è un gioco di numeri, che può ridursi alla scelta di intraprendere o meno misure coercitive». Il fatto, poi, che gli stati più sviluppati abbiano un tasso di natalità più basso, non implica che la limitazione delle nascite sia una politica giusta. «Ma per evitare questo fatto bisogna rilanciare lo sviluppo, non tagliare la popolazione».