Emmanuel Macron e Donald Trump sono in quotidiano contatto: a rivelarlo è il presidente francese, che in un’intervista ai microfoni di Tf1 ha spiegato che le decisioni andando prese nei tempi “desiderati”. Ma non è chiaro cosa voglia dire “desiderati”. Intanto Macron una bomba l’ha già sganciata, ma in questo caso ci riferiamo al livello verbale: «Abbiamo le prove che armi chimiche, quanto meno cloro, sono state utilizzate dal governo di Bashar al-Assad. Uno degli obiettivi in Siria è annullare le capacità di attacco chimico del regime siriano». Intanto nel Mediterraneo orientale c’è grande fermento: navi da guerra e aerei trasportano carburante e munizioni nelle basi. Macron, ad esempio, ha già chiesto al capo di Stato Maggiore, François Lecointre, di preparare i piani di guerra con ipotesi di raid aerei da basi francesi o da quelle in Giordania ed Emirati Arabi Uniti. A breve si riunirà il Consiglio di sicurezza nazionale americano per la discussione della risposta al presunto raid chimico: lo ha anticipato Sarah Sanders, portavoce della Casa Bianca, precisando che «diverse opzioni sono sul tavolo» di Trump e che non è stata ancora scelta una. (agg. di Silvana Palazzo)
SIRIA, TRUMP FRENA SU GUERRA: COLLOQUI USA-MOSCA
Donald Trump frena improvvisamente sulla guerra in Siria: con il solito e immancabile tweet, il Presidente americano spiega «Non ho mai detto quando un attacco alla Siria avrebbe avuto luogo. Potrebbe essere molto presto o non così presto! In ogni caso, gli Stati Uniti, sotto la mia amministrazione, hanno fatto un ottimo lavoro per liberare la regione dall’Isis. Dov’è il nostro ‘Grazie America?». Se sia frutto di un mirato colloquio con la Russia questo al momento non è dato saperlo, anche se sappiamo che i canali sono attivi come ha spiegato lo stesso Cremlino poco fa, «E’ attivo il canale di comunicazione tra i comandi militari russi e statunitensi, da entrambe le parti», spiega Dmitrij Peskov, portavoce di Putin. Il filo minimo ma esistente per la diplomazia si attesta mentre intanto lo stesso Governo russo annuncia che l’alleato Assad ha preso pieno controllo di Duma e della Ghouta Est, le parti in mano ai ribelli alle porte di Damasco fino a pochi giorni fa. Si tratta delle stesse zone di quel presunto attacco chimico che rischia di far esplodere una guerra su larga scala in Siria: secondo il Telegraph i raid missilistici dovrebbero partire questa notte, al netto di quanto detto da Trump, mentre il Segretario dell’Onu Antonio Guterres ha chiamato sia la Russia che l’Usa per evitare di scendere in guerra e mantenere così il controllo della situazione con il minor spargimento di sangue possibile. «Ho chiamato gli ambasciatori dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza per ribadire la mia preoccupazione profonda sui rischi di stallo e sottolineare la necessita’ di evitare che la situazione sfugga al controllo», ha fatto sapere il capo delle Nazioni Unite.
PUTIN, “SPERO NEL BUONSENSO”
L’Italia si tiene fuori dalla contesa (per ora): non ha un governo ufficiale ma solo uno dimissionario e per di più i principali candidati per Palazzo Chigi, Salvini e Di Maio, sono i lati più filo-Putin della politica italiana. Al momento la linea del Governo Gentiloni invece è di temporeggiare per vedere cosa succede in sede Onu e soprattutto se vi sarà un tentativo di accordo in extremis tra Trump e Putin; nella Siria il rischio fortissimo di vedere altri missili, questa volta degli “Alleati” nei prossimi giorni è altissimo, ma secondo alcune fonti della Farnesina «In base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, l’Italia ha sempre fornito supporto alle attività di forze alleate per garantirne la sicurezza e la protezione. L’Italia, come noto, non ha mai preso parte ad attività militari in Siria e ha sempre condannato ogni violazione dei diritti umani e ogni violenza nei confronti della popolazione civile e considera inaccettabile l’uso di armi chimiche da parte del regime siriano». Intanto ha parlato anche il Presidente russo Vladimir Putin che vorrebbe rilanciare la diplomazia per evitare l’attacco all’alleato Assad: «La situazione nel mondo non può non suscitare preoccupazione, sta diventando sempre più caotica, ma la Russia spera che il buonsenso prevalga e che il sistema mondiale diventi stabile e prevedibile».
MAY MUOVE I SOTTOMARINI
Tensione alle stelle tra Usa e Russia a causa della guerra siriana: dopo il tweet di Donald Trump, che ha messo in guardia circa un imminente attacco missilistico in Siria, arrivano le dichiarazioni di Mike Pompeo, che oggi parlerà davanti alla commissione esteri del Senato per la sua conferma a segretario di Stato. «Le azioni di questa amministrazione hanno reso chiaro che la strategia per la sicurezza nazionale di Trump, giustamente, ha identificato la Russia come un pericolo per il nostro Paese», recita un estratto. L’obiettivo resta però quello di riuscire a scongiurare un conflitto: «La guerra è sempre l’ultima risorsa. Preferisco raggiungere gli obiettivi della politica estera del presidente con una diplomazia accanita piuttosto che mandare giovani uomini e donne in guerra». Intanto la premier britannica Theresa May ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d’azione missilistico per un’eventuale attacco contro il regime siriano che potrebbe cominciare già nella tarda serata di oggi. Lo riporta il Daily Telegraph, secondo cui May, pur non avendo deciso di intervenire con gli alleati, sta facendo tutto il necessario per farsi trovare pronta. (agg. di Silvana Palazzo)
DAMASCO: “MINACCE USA SPERICOLATE”
E’ stato un botta e risposta a suon di social, quello tra gli Usa e la Russia con Trump pronto a intervenire dopo le presunte bombe chimiche lanciate sui civili a Duma. Il presidente degli Stati Uniti è stato chiaro, tramite Twitter, annunciando senza mezzi termini l’arrivo dei missili, condannando la posizione della Russia e spronandola a non essere alleata “di un animale che si diverte a uccidere il suo popolo”. Ma il Cremlino non ci sta e sempre tramite Facebook, per mezzo della portavoce della diplomazia russa fa sapere che, a sua detta, il vero intento degli Usa è quello di cancellare le tracce di quanto accaduto. Le minacce di Trump però, non sono affatto piaciute al governo siriano che, come spiega Repubblica.it, avrebbe definito “spericolate” e “avventate” le minacce americane. Attraverso un comunicato del ministro degli Esteri, diffuso dall’agenzia ufficiale Sana si legge che “il pretesto delle armi chimiche è evidentemente una scusa debole e non sostenuta da prove”. E che le “minacce americane mettono in pericolo la pace e la sicurezza internazionali”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RUSSIA: “NO A TWITTO-DIPLOMAZIA, VOGLIAMO APPROCCI SERI”
Nonostante le diplomazie siano al lavoro e, nelle ultime ore sia arrivato anche l’appello da parte dell’ex presidente russo Michail Gorbaciov affinchè i due contendenti prediligano la strada del dialogo, sembra che l’escalation di tensione tra Russia e USA in Siria sia inarrestabile. Dopo l’ennesima uscita su Twitter da parte di Donald Trump (“Arrivano i missili!”) in risposta alle ultime dichiarazioni arrivate da Mosca, ecco che arriva una nuova controreplica al presidente degli States, da parte di Maria Zakharova, portavoce del contingente diplomatico di Vladimir Putin. Dal Cremlino, infatti, c’è grande irritazione per quella che viene definita in modo dispregiativo come “twitto-diplomazia” alla quale Mosca non intende partecipare: la diplomazia russa, attraverso la figura di Dmitri Peskov, ha fatto capire di voler prediligere “approcci più seri” nelle relazioni internazionali ed è una vera e propria frecciata ai continui cinguettii di Trump che, con l’uscita sui missili, sembra aver oltrepassato un confine pericoloso. (agg. di R. G. Flore)
L’APPELLO DI GORBACIOV A RUSSIA-USA: “DIALOGATE”
Sentire parlare di “bombe-missili intelligenti” e di “guerra come risposta ad armi di distruzione di massa”, lo abbiamo già detto, non fa che riportare alla mente tragici e ingombranti passati: ma quanto sta per avvenire in Siria è purtroppo la stessa medesima conseguenza di una lezione mai imparata da tutti gli attori in campo. Occidente, Onu, Usa, Russia e Medio Oriente: ognuno, per i propri interessi, si muove non tenendo conto del fattore più importante, ovvero che di mezzo ci sono sempre vite umane che vengono “barattate” per calcoli geopolitici ed economici. Assad, contro cui Trump sta per scaricare la furia di un attacco missilistico, è un dittatore spregevole che da anni affama il suo popolo e permette ogni qualsivoglia abuso dei diritti umani: ma fino a ieri serviva (per fare un accordo con l’Iran, vero Obama?), oggi a Trump non serve più e viene dunque attaccato col “pretesto” delle armi chimiche che ancora non hanno una sicura “paternità”. Nelle ultime ore un appello accorato, oltre a quello di Papa Francesco, è giunto dall’ex presidente russo protagonista della storica fase di distensione tra Urss e Usa negli Anni Novanta, rivolto a Putin e al tycoon repubblicano: «Rinsavite e dialogate. Evitiamo una sorta di crisi cubana del 21esimo secolo». Le prossime ore saranno decisive per capire se un accordo in extremis verrà trovato per evitare un evitabilissimo massacro, ma il punto è sempre lo stesso: se non si impara dalle lezioni, durissime, del passato e si continua a ritenersi nel giusto per un proprio mero calcolo politico, sarà difficile uscire dal pantano dell’ennesima inutile strage in Medio Oriente.
MOSCA, “SE ATTACCATE RISPONDEREMO”
I missili arriveranno e, annuncia Trump, saranno “belli, nuovi e intelligenti”. E’ questa la promessa che arriva dritta dagli Usa, seppur via Twitter, destinata alla Russia di Putin, ormai messo in guardia dal presidente americano. Ma dalla Russia la replica non si è fatta attendere affatto, sebbene ancor prima non erano affatto passate inosservate le parole dell’ambasciatore russo in Libano, Alexander Zasypkin, il quale all’emittente di Hezbollah, al-Manar aveva fatto sapere l’intenzione del paese di rispondere a qualunque tipo di attacco americano. “Se c’è un attacco americano, abbatteremo qualsiasi missile e colpiremo le posizioni da dove sono stati lanciati”, aveva detto il diplomatico, accusando gli Usa di usare il pretesto dell’uso di armi chimiche per preparare il terreno a un attacco militare: “Nei giorni scorsi abbiamo visto un’escalation (che ha il potenziale di diventare) una grave crisi”. Dopo le parole del presidente Trump, Mosca aveva replicato: “I missili “intelligenti” dovrebbero volare verso i terroristi, non verso il governo legittimo” della Siria, che da tempo lotta contro il terrorismo internazionale. A dirlo, la portavoce russa Maria Zakharova attraverso un post Facebook. “L’idea globale è di rimuovere velocemente le tracce della provocazione” così che “gli ispettori internazionali dell’Opac non avranno nulla da cercare in quanto a prove?”, aveva aggiunto poi la Zakharova. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MOSCA: “USA COLPISCA TERRORISTI, NON GOVERNO ASSAD”
Un tweet al veleno che rischia di vedere per la prima volta seriamente dopo la Guerra Fredda, lo scontro totale tra Usa e Russia; Donald Trump ha scritto pochi minuti fa rilasciando l’assoluta vicinanza dell’attacco militare contro la Siria di Assad sempre in merito a quel raid di Duma che viene dato per certo essere stato utilizzato con armi chimiche (ma la certezza e le prove, ancora, non ci sono!). «La Russia promette di abbattere tutti i missili sparati alla Siria. Russia preparati, perché arriveranno, belli, nuovi e intelligenti! Non dovreste essere partner di un animale che uccide con il gas, che uccide il suo popolo e si diverte!»: il tweet scritto da Trump scatena lo scontro all’ennesima potenza tra Washington e Mosca che nel giro di qualche minuto replica fermamente e duramente attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri del Cremlino. «I missili ‘intelligenti’ dovrebbero volare verso i terroristi, non verso il governo legittimo della Siria», spiega il governo di Putin nelle ore caldissime verso un possibile attacco militare contro Damasco da parte delle forze Usa-Uk-Francia. L’esercito russo continua a ripetere che se Trump attacca, la risposta di Mosca sarà certa e durissima: «Le forze russe affronteranno qualsiasi aggressione degli Stati Uniti contro la Siria, intercettando i missili e colpendo le loro piattaforme di lancio», sottolinea inoltre Zasypkin secondo Russia Today. Un secondo tweet di Trump mette ancora più in rilievo il pessimo grado dei rapporti tra la Russia e gli States: «Le nostre relazioni con la Russia sono peggiori di quanto non lo siano mai state, compresa la Guerra Fredda. Non c’è ragione per questo». Il rischio dello scontro è altissimo e tutte le ipotesi diplomatiche finora tentate hanno fallito: resta il macigno pesantissimo di una guerra potenziale che nasce su alcune teorie (le armi chimiche usate da Assad) non ancora verificate realmente da organi imparziali (ma quali sarebbero è già un secondo problema da non sottovalutare, ndr).
L’ATTACCO MILITARE È VICINO..
Donald Trump contro la Siria e il presidente-dittatore Assad: pronto raid aerei per punire l’attacco con armi chimiche nel Ghouta. L’opzione militare sembra sempre più alle porte e i segnali delle ultime ore lo confermano, a partire dall’allerta di 72 ore sulle rotte aeree del Mediterraneo orientale diramato da Eurocontro ed Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa). Secondo quanto rivela il Wall Street Journal, l’amministrazione del presidente americano è al lavoro per ottenere l’appoggio internazionale per un radio contro il regime siriano: l’obiettivo di Donald Trump, sottolinea Il sole 24 ore, è quello di ottenere il sostegno di Francia, Regno Unito e Arabia Saudita. Un’iniziativa che potrebbe portare delle conseguenze non di poco conto nello scacchiere internazionale, con le schermaglie con la Russia che proseguono: le dichiarazioni dell’ambasciatore russo in Libano Alexander Zasypkin non sono passate inosservate, lo scontro potrebbe acuirsi… (Agg. Massimo Balsamo)
PUTIN AVVERTE GLI USA
Siria, Trump e Putin pronti alla guerra: situazione di tensione tra le due supe rpotenze mondiali. La Russia ha deciso di prendere posizione dopo le dichiarazioni dell’amministrazione Usa, pronta a punire Assad per il presunto attacco chimico di Duma. L’esercito russo, come sottolineato da Il Fatto Quotidiano, ha detto di riservarsi il diritto di “abbattere missili” e “distruggere le fonti di lancio” in caso di aggressione degli Stati Uniti. Ma giungono altre importanti novità dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che ha bocciato la terza bozza di risoluzione sulla Siria presentata della Russia, in cui veniva chiesto di sostenere specificamente l’invio degli investigatori dell’Opac a Dum per indagare sul presunto attacco chimico con bombe al cloro. Il testo presentato dalla Russia ha ottenuto cinque voti favorevoli, quattro voti contrati e sei astenuti, troppo poco rispetto alla maggioranza di nove richiesta. (Agg. Massimo Balsamo)
UNO SPUNTO DI RIFLESSIONE..
Un governo americano, un Paese tra le macerie dopo anni di guerra civile, presunte armi chimiche di distruzione di massa e possibile (ormai probabile) scontro tra Usa e Russia con l’assenza consueta e irritante dell’Onu. No beh, calmi, non state leggendo un articolo del 2001, siete nell’anno corrente e non avete sbagliato: la Siria è il nuovo Iraq e non è uno slogan pubblicitario o un simpatico giochino social. È la cruda realtà di una situazione che in molti aspetti ricorda quella guerra iniziata da Bush contro il “cattivone” Saddam (divenuto tale dopo anni di sostegno, fino a che era comodo) in Iraq nel 2001; oggi è Assad, la Siria e in più c’è una Russia molto più potente di allora e in grado di rispondere colpo su colpo ad un eventuale attacco militare degli Stati Uniti di Donald Trump. Ieri notte lo scontro definitivo si è tenuto a livello diplomatico in Consiglio Onu dove i veti incrociati di Usa e Russia hanno di fatto interrotto qualsiasi risoluzione in merito delle Nazioni Uniti per provare a fermare la folle corsa ai raid che si sta preparando nel Medio Oriente. «Donald Trump e Theresa May hanno condannato il feroce disprezzo del presidente siriano Assad per la vita umana e hanno concordato di non consentire che continui l’uso di armi chimiche», hanno fatto sapere ieri dalla Casa Bianca dopo lo scontro in Onu contro il rappresentante di Putin. Assieme alla Francia di un Macron improvvisamente guerrafondaio, il terzetto alleato è pronto a scaricare bombe su Damasco: il motivo lo sanno tutti, è quell’attacco chimico avvenuto a Duma e attribuito ad Assad. Il problema è che nessuno si è preoccupato di verificarlo realmente, con alcuni inviati di guerra che in queste ore stanno raccontando un’altra storia da quella “voluta” e “accettata” dall’opinione pubblica (ecco qui quanto Gian Micalessin ci ha raccontato qualche giorno fa sul Sussidiario, una delle poche “penne libere” italiane in Siria, ndr).
L’ALLARME DI EUROCONTROL
«La Russia ha scelto ancora una volta il regime di Assad invece dell’unità del Consiglio di Sicurezza, e ha distrutto la credibilità dell’organo Onu» ha detto l’ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Nikki Haley dopo che la Russia ha impedito una risoluzione sulle armi chimiche siriane. Trump, Macron e May (in maniera “tiepida”, come al suo solito) hanno deciso che Assad ora non serve più e che bisogna punirlo per aver ucciso persone innocenti con armi chimiche indegne. Ma al momento prove non ce ne sono che sia stato realmente il governo siriano a voler usare il cloro nelle bombe e non piuttosto i laboratori dei “ribelli” (tra cui troviamo islamisti ex Isis coperti da Ong anti-Assad) di cui lo stesso Micalessin e altri inviati di guerra stanno raccontando in questi giorni. La verità non interessa (quasi) a nessuno e il futuro è molto fosco sulla Siria e l’intera comunità internazionale: un esempio arriva dall’allarme lanciato da Eurocontrol, l’organizzazione europea per la sicurezza dei voli che oggi ha spiegato in una nota pubblica «volare con prudenza nelle rotte del Mediterraneo orientale per via di possibili attacchi missilistici sulla Siria nelle prossime 72 ore». Non solo, per Eurocontrolo lo spazio aereo nell’area attorno alla Siria potrebbe essere oggetto di blackout radio, provocati dai militari americani in previsione delle loro operazioni militari contro le basi del governo di Bashar Assad, riporta Repubblica. 2001 odissea… anzi no, 2018, e lo “spazio” è il martoriato e sfruttato Medio Oriente.