Sono stati uccisi 322 civili per sbaglio tra marzo e aprile, da quando cioè si è insediato Donald Trump alla Casa Bianca. Questa è una pagina del terribile bilancio della lotta degli Stati Uniti all’Isis. Secondo il rapporto ufficiale sono in totale quasi cinquecento le vittime nell’arco di tre anni, quindi il dato che prende in considerazione quel lasso temporale è davvero impressionante. La maggior parte delle “morti per errore” sono avvenute a Mosul, dove almeno 105 civili, tra cui molte donne e bambini, sono rimasti sotto le macerie di un edificio in cui si nascondeva un gruppo di militanti jihadisti.
Scioccata l’opinione pubblica americana, ma per le organizzazioni non governative il numero delle “vittime collaterali” sarebbe ancor più grande. Per Airwars, infatti, non sono oltre 400 i civili uccisi per sbaglio dall’agosto 2014, ma oltre 3.800. E questo dato sarebbe tenuto volutamente nascosto dalle autorità americane. «E` la guerra…», il commento fatto tempo fa dall’ex generale James Mattis, numero uno del Pentagono. La guerra contro l’Isis si è fatta più serrata e questi dati ne sono la conseguenza.
Con Barack Obama c’erano paletti più stringenti alle varie operazioni, ma ora sono saltati in gran parte. Negli ultimi mesi Donald Trump – come riportato da Il Messaggero – ha dato più autonomia ai vertici militari e alla Cia nella decisione di tempi e modalità delle operazioni con l’obiettivo di rendere più tempestive ed efficaci. Ma a farne le spese è proprio l’efficacia.