Nei giorni scorsi è stato approvato alla Camera dei Comuni, in seconda lettura, lo Human Fertilisation and Embryology Bill, il progetto di legge che riguarda vari aspetti della fecondazione artificiale e della creazione e utilizzo degli embrioni. ilsussidiario.net si è già occupato in precedenti articoli di questa proposta, nota soprattutto per i cosiddetti “embrioni chimera”. Con questo preoccupante nome si indicano embrioni in parte umani e in parte animali, da impiegare per la ricerca e per la produzione di cellule staminali, con cui curare gravi malattie quali Parkinson e Alzheimer.
Non si tratta dell’unico punto controverso e nel dibattito si sono affrontati altri temi quanto meno discutibili, come la possibile produzione di embrioni allo scopo di curare feti “fratelli”, quasi come una serbatoio di parti di ricambio, e l’utilizzo di embrioni per far fare pratica ai medici che si occupano di fecondazione artificiale.
Un altro argomento controverso è la proposta di eliminare la necessità che vi sia un padre, previsto dalla attuale legge per la concessione della fecondazione in vitro, in quanto ritenuta discriminante nei confronti delle donne single e delle coppie lesbiche. Si propone, quindi, di usare una formula più generica, prescrivendo la necessità di un supporto parentale: parlando di genitori si evita così di indicare esplicitamente le figure, inevitabilmente distinte, di padre e madre.
Il progetto di legge è diretto a modificare l’attuale legge, risalente al 1990, che deve essere aggiornata, secondo i sostenitori della proposta, per tener conto degli sviluppi scientifici, delle necessità della ricerca e dell’evoluzione dei costumi e dei rapporti sociali, in primis per quanto riguarda le trasformazioni della famiglia e della morale sessuale. Nel dibattito parlamentare emergono chiaramente due poli contrapposti: da un lato, la ricerca che non può essere limitata, il dovere di curare terribili malattie, altrimenti incurabili, la necessità assoluta di evitare discriminazioni basate sul sesso o sulle abitudini sessuali; dall’altro, l’opposizione etica, che impone che non tutto ciò che scienza e tecnica possono fare debba essere perciò fatto, il principio di precauzione che dovrebbe essere applicato nella ricerca scientifica e che, nella fattispecie porterebbe a preferire l’utilizzo di staminali adulte o da cordone ombelicale, l’affermazione della difesa dell’embrione dal momento della sua esistenza.
Se sulle staminali il confronto è soprattutto di tipo scientifico, sulla efficacia dei vari tipi di cellule, o pratico, sulla loro reperibilità, disponibilità o costo, sull’embrione la discussione diventa di tipo ontologico, cioè si sposta inevitabilmente sul momento in cui si può parlare di persona. Nel dibattito emerge la preoccupazione dei sostenitori del progetto di legge per la ferma opposizione della Chiesa cattolica, mentre si afferma che la Chiesa anglicana avrebbe una posizione più morbida. Questo punto è molto importante, perché la proposta prevede l’utilizzo degli embrioni misti (nel progetto non si parla di chimere) solo fino al quattordicesimo giorno di vita e, si sostiene, entro questi termini temporali è molto dubbio che si possa parlare pienamente di persona. Anche se finora sembra non si sia riusciti a far vivere così a lungo embrioni misti, il punto rimane fondamentale per non far diventare legge un principio inaccettabile sotto vari profili, anche se metà degli inglesi non sembra pensarla così.
Si capisce quindi perchè sia il partito conservatore che quello laburista abbiano finora lasciato libertà di coscienza nelle votazioni, anche per la presenza trasversale di oppositori in entrambi gli schieramenti, soprattutto tra i parlamentari cattolici. La proposta di legge è stata presentata dal governo e il primo ministro Brown ritiene molto importante la sua approvazione, ma sembra che alcuni ministri cattolici, come Ruth Kelly e il segretario per il Galles Paul Murphy, siano pronti a votare contro. Sembra perciò che il governo intenda imporre al gruppo laburista il voto a favor, nella terza e definitiva lettura, per essere sicuro che il Bill venga approvato.
L’iter di discussione della proposta si sta avviando verso la fine. Discusso per la prima volta alla Camera dei Lord all’inizio del novembre scorso, dopo la sua approvazione in terza lettura il progetto di legge è passato nello scorso febbraio alla Camera dei Comuni, che l’ha già approvato nelle prime due letture, nella seconda con 265 voti a favore e 149 contrari. Alla fine della votazione, un parlamentare conservatore ha depositato agli atti una petizione firmata da 45403 cittadini, promossa dalla Società per la protezione dei bambini non nati, in cui si chiede che la proposta di legge venga rigettata e che il governo cambi la sua politica in materia di embrioni.
Il 19 e il 20 maggio prossimi alcuni commi ed emendamenti verranno ridiscussi nelle commissioni e poi la proposta di legge ripasserà in assemblea per la discussione finale.