La maggioranza assoluta degli israeliani resta favorevole – a dispetto dei tentennamenti di parte dell’establishment politico – alla prospettiva di uno Stato palestinese in coesistenza pacifica con Israele, nel quadro di una soluzione del processo di pace basata sulla formula «due Stati per due popoli». Lo rivela un sondaggio pubblicato oggi, all’indomani del discorso fatto da Benedetto XVI a Betlemme (Cisgiordania) nel quale il papa ha rilanciato l’appello in favore di una «patria palestinese». Il sondaggio – realizzato nei giorni scorsi, indipendentemente dalla visita papale – è pubblicato sul sito del giornale Yediot Ahronot a cura dell’Istituto demoscopico Smith. Esso indica che il 58% degli israeliani non è contrario all’idea dei due Stati, contro un 37% che vi si oppone. Il campione appare tuttavia spaccato fra gli intervistati di estrazione religiosa ultraortodossa (al 70% ostili a una qualsiasi ipotesi di Stato palestinese) e quelli laici o moderati (al 73% favorevoli).
Da notare, in ogni caso, che anche un 63% di elettori che si dichiarano “di destra” o “di centro” auspica l’accordo con i palestinesi sul punto. Sondaggi recenti di altri istituto hanno accreditato maggioranze ancora più ampie – sia tra gli israeliani sia tra i palestinesi – a favore dei “due Stati”. Ma anche una opposizione pressoché unanime degli israeliani al «diritto al ritorno» dei 4 milioni di profughi palestinesi censiti, il cui afflusso – si teme – comprometterebbe i fragili equilibri demografici della regione e l’esistenza stessa d’Israele in quanto entità di radice ebraica. Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu (Likud, destra) – tornato da poche settimane alla guida del governo e atteso oggi da un incontro informale a Nazareth con Benedetto XVI, prima del delicato vertice di lunedì 18 a Washington col presidente degli Usa, Barack Obama – ha sempre evitato, negli ultimi tempi, di aderire a qualsiasi impegno esplicito sulla soluzione dei “due Stati”.