Gli effetti della crisi si misurano anche con tragici eventi che non hanno nulla a che vedere con le proteste della popolazione. Martedì scorso un ragazzo di 19 anni sprovvisto di biglietto dell’autobus, ha sbattuto la testa violentemente mentre cercava di divincolarsi dai controlli. Il trauma procurato è stato fatale. Il giovane era giunto faccia a faccia con il controllore ma del biglietto di viaggio nessuna traccia nelle proprie tasche. Una signora si era offerta di pagare per il malcapitato ma il funzionario non transige: deve essere il responsabile a farne le spese. Le testimonianze divergono sulle modalità della caduta: alcuni sostengono che il giovane abbia tirato il freno di emergenza, per poi lanciarsi in strada. Atri sostengono che sia stato proprio il controllore a spingere il ragazzo fuori dal mezzo pubblico dopo che i toni si erano accesi. Erano volate parole offensive nei riguardi del funzionario, “sono appena stato licenziato” urla a gran voce il 19enne. Fatto sta che l’impatto violento tra la testa e l’asfalto non ha lasciato scampo a Thanatis Kanaoutis. Lascia questo mondo troppo presto il ragazzo di Atene e il caso diventa subito un motivo di protesta sollevato nelle aule del governo. 1,20 euro, il costo del biglietto non pagato dal giovane, sono bastati a scatenare il putiferio sui media greci e alcuni politici non si sono certo astenuti dal rivolgere accuse pesanti a chi detiene il potere, ossia Samaras, esponente del partito di Nuova Democrazia. C’è anche chi vede i funzionari addetti ai controlli come corresponsabili di questo tragico evento, sottolineando che questi guadagnano la metà di ogni multa elargita. Negli ultimi tempi i controlli sui mezzi pubblici sono raddoppiati e la causa va ricercata negli effetti della crisi che ormai attanaglia la Grecia dal 2008. Sebbene nell’antichità sia stata un esempio di civiltà e progresso, il paese ora è allo sbaraglio e ha bisogno di ritrovare al più presto quei valori civili che sono andati perduti negli ultimi anni.