La Finlandia volta pagina. Il leader dei centristi, l’imprenditore Juha Sipila, ha vinto le elezioni politiche conquistando il 21,2% dei voti. Sconfitto il primo ministro uscente Alexander Stubb alla guida del Partito di Coalizione Nazionale, fermo al 18,2%. Lo stesso Stubb ha ammesso la sconfitta quando lo scrutinio era quasi terminato e i voti indicavano ormai chiaramente il vincitore. Le basse percentuali ottenute dai due schieramenti sono dovute al sistema elettorale finlandese, particolarmente complesso e che si basa su un fortissima proporzionalità: con questo risultato, Sipila sarà dunque costretto a formare un governo di coalizione per poter guidare la Finlandia, ma fino a questo momento le sue scelte riguardo ai possibili alleati non sono ancora state rese note. Nell’accordo potrebbero entrare i socialdemocratici, ma anche gli stessi rivali del Partito della Coalizione Nazionale. I seggi del parlamento di Helsinki sono 200 e, secondo le proiezioni fornite dai media locali, con queste percentuali il vincitore ne otterrebbe 49, mentre il principale avversario, il Partito della Coalizione Nazionale, manderà in parlamento 37 suoi rappresentanti.
Prima delle votazioni di domenica si era svolta un intensa campagna elettorale, con in primo piano la situazione economica finlandese. Nel paese scandinavo gli ultimi anni non sono stati dei migliori per l’economia e lo scorso anno è stato di stagnazione, meglio comunque dei due precedenti quanto a tenere banco era stata la recessione. La nuova chiamata alle urne si è resa necessaria per la caduta del governo di Alexander Stubb, che era in carica da soli 9 mesi. Stubb aveva sostituito come Presidente del Consiglio Jyrki Katanen, che è stato chiamato alla carica di vicepresidente della UE. Nel corso della campagna elettorale, il Premier uscente ha ammesso che durante il suo mandato, il governo da lui presieduto non è riuscito a mettere in atto il programma prestabilito, gettando però la colpa sulle alleanze molto complesse che lo sostenevano. Infatti Stubb era a capo di un governo sostenuto da ben 6 partiti, con una coalizione “trasversale”, da destra a sinistra. Dopo l’uscita dalla coalizione dei verdi e dei socialisti che si sono portati all’opposizione insieme al partito di Sipila, è stato necessario richiamare la voto i cittadini finlandesi. Le prime domande che si sono posti gli analisti politici dopo aver conosciuto l’esito del voto, riguardano la posizione della Finlandia nella UE e nella Nato.
Juha Sipila, il vincitore di queste elezioni, è un ex imprenditore che successivamente si è impegnato in politica. Nel corso del decennio 1990-2000 ha ceduto la sua compagnia, la Solitra, ad un gruppo americano, per poi passare nella veste di amministratore delegato alla Elektrobit, una società attiva nel settore dell’automotive. Nel 2011 entra in politica e, dopo solo un anno di militanza nel suo partito ne è diventato il leader. Un protagonista del dopo elezioni potrebbe essere il Partito Finlandese, che si colloca all’estrema destra ed ha ottenuto 38 seggi nel nuovo parlamento. Guardando al dopo voto ed ai possibili scenari in chiave Unione Europea, se ci fosse una alleanza di governo tra il Partito di Centro ed il Partito Finlandese tutto sarebbe più complicato nei rapporti con la UE, proprio per lo spostamento a destra del paese, e perché il Partito Finlandese è da sempre stato “euroscettico” e nessuno pensa che ci possa essere un ammorbidimento in caso di ingresso nella coalizione di governo.