Si è conclusa la disavventura dei tre medici di Emrgency italiani, arrestati in Afghanistan con l’accusa di aver preso parte ad un complotto per uccidere il governatore della regione in cui lavoravano. Sono stati liberati ieri dalle autorità afgane. E, a quanto pare, hanno rifiutato il volo di Stato, che avrebbe dovuto riportarli indietro. Lo stesso preso dal sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto per raggiungere l’Afghanistan, dove parteciperà al cambio del comando del contingente italiano. Marco Garatti, Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani, i tre medici di Emergency, inoltre, non lasceranno il Paese oggi, pare per motivi personali e organizzativi.
I tre medici di Emergency, che hanno trascorso la prima notte da uomini liberi a casa di amici, dopo esser stati detenuti in celle di isolamento, sono stati liberati perché «non ritenuti colpevoli», stando a quanto riferito da un comunicato della Direzione nazionale della sicurezza. I tre medici di Emergency sono stati rilasciati perché le prove a loro carico sono state ritenute insufficienti per detenerli, quindi. In ogni caso, l’inchiesta prosegue. Sarà necessario, infatti, far luce sulla presenza delle armi ritrovate nell’ospedale nel quale gli operatori di Emergency lavoravano.
«Siamo molto contenti di essere fuori, soprattutto perché sia io che i miei compagni abbiamo passato momenti terribili», ha detto uno dei tre medici di Emergency, Marco Garatti, dalla residenza dell’ambasciatore italiano a Kabul. «Siamo soprattutto contenti – ha continuato – di essere fuori con il nostro nome completamente pulito. La nostra reputazione e quella di Emergency sono intatte», ha aggiunto.
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«Mi sembra una bella conclusione» ha commentato il fondatore di Emergency, Gino Strada. «Qualcuno ha cercato di screditare Emergency e il tentativo è fallito» ha continuato Gino Strada che ha telefonato al ministro degli Esteri, Franco Frattini, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e all’inviato speciale dell’Onu ringraziandoli di quanto fatto per la liberazione dei tre medici di Emergency.
– Intanto, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è detto decisamente soddisfatto dell’epilogo della vicenda. Frattini, in merito alla liberazione dei tre medici di Emergency, ha espresso «vivo compiacimento per la positiva conclusione». Frattini, in particolare, si è detto soddisfatto per aver «ottenuto quello che era il nostro obiettivo prioritario, e cioè la libertà per i nostri connazionali senza mettere in discussione la nostra posizione di ferma solidarietà con le istituzioni afghane e la coalizione internazionale». Frattini ha sottolineato, inoltre, che il rilascio dei tre medici di Emergency è stato «il risultato dell’intensa azione condotta dalla diplomazia italiana che ha agito con straordinaria professionalità e discrezione, nel rispetto delle istituzioni afghane che l’Italia e la comunità internazionale stanno aiutando a crescere».
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Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è compiaciuto della liberazione dei tre medici di Emergency. «La liberazione dei tre operatori di Emergency in Afghanistan è motivo di sollievo per noi tutti e, in primo luogo naturalmente, per i famigliari» ha detto Napolitano. «L’intesa raggiunta tra le autorità afghane e il governo italiano – ha continuato Napolitano – garantisce il rispetto dei diritti fondamentali delle persone bruscamente arrestate e pesantemente quanto genericamente accusate e, nello stesso tempo, la piena corretta disponibilità, nel rispetto delle istituzioni afghane, all’approfondimento delle indagini, sulla base di ogni eventuale ulteriore elemento, da parte della magistratura italiana».