Più di venti persone residenti nello stato indiano di Uttar Pradesh sono state obbligate ad abbandonare il cristianesimo a cui si erano convertiti un paio di anni fa e ritornare all’induismo, religione di cui facevano parte dalla nascita. La “riconversione” è avvenuta con la forza da parte di radicali indù che da tempo perseguitano le comunità cristiane della zona, riporta l’agenzia Asianews. Le due associazioni radicali, Sant Ravidas Dharma Raksha Samiti e Sri Gram Devta Pujan Samiti, hanno organizzato nei giorni scorsi una cerimonia in un tempio indù denominata “ritorno a casa”. La magistratura locale ha fatto sapere di non volersi interessare della cosa perché considerata “materia di fede” ma il presidente del Global Council of Indian Christians ha denunciato l’accaduto, definendo l’episodio contrario alla costituzione indiana. Nel 2012 erano stati oltre trecento gli induisti convertitesi al cristianesimo a essere obbligati a tornare all’induismo, nel 2011 in un solo villaggio 350 persone.