Un iraniano convertito dall’Islam al cristianesimo è stato condannato a 10 anni di reclusione per aver attentato alla sicurezza dello Stato: Mohammad-Hadi Bordbar, detto Mostafa, è stato giudicato colpevole per aver distribuito copie del Vangelo. Il fatto risale al 27 dicembre 2012, quando la polizia decise di fare irruzione nell’abitazione di Mostafa a Teheran, mentre stava svolgendo una funzione religiosa con una cinquantina di fedeli. Per Mohammed e compagni era diventata un’abitudine ritrovarsi a casa e pregare insieme. Alla fine degli interrogatori sono stati arrestati tutti i presenti alla messa, e alcuni di loro riusciranno a uscire dal carcere solo grazie al pagamento della cauzione. Secondo quello che emerge dalle carte processuali diffuse dall’agenzia di stampa Fides, l’uomo, originario di Rasht, avrebbe confessato di “aver abbandonato la fede musulmana in favore del cristianesimo” e, considerando l’evangelizzazione un proprio dovere, ha distribuito 12.000 vangeli tascabili. Questo a dimostrazione che forse i cristiani in terra persiana non sono neanche così pochi. Ma la legge della Repubblica islamica dell’Iran non prevede un’altra religione al di fuori di quella musulmana, il reato in questione è l’apostasia. La componente sciita rappresenta il 95% della popolazione, secondo le stime ufficiali, ed è attiva sin dai tempi della rivoluzione di Khomeini del 1979. Una volta caduta la dittatura dello Shah Reza Pahlavi, la fede islamica venne assunta come base principale per la stesura delle nuove leggi che vigono tutt’oggi.
Quella di Mohammad-Hadi non è stato l’unico caso di cristiano perseguitato per un credo religioso diverso da quello previsto dalla Costituzione. Sempre la stessa Fides riporta che un tribunale in una cittadina a sud della capitale Teheran ha condannato, nel marzo di quest’anno, un altro cristiano iraniano a un anno di reclusione per lo stesso motivo. Considerando le attività del giovane Ebrahim Firouzi “in opposizione al regime della Repubblica islamica dell’Iran”, il giudice l’ha dichiarato “colpevole di atti criminali per aver tenuto incontri di preghiera e diffuso fra i giovani dubbi sui principi islamici”.
Alcune ONG, come Barnabas Team e Christian Solidarity Worldwide, che si occupano della protezione del cristiani nel mondo, hanno ricordato alla comunità internazionale che il numero degli iraniani che si convertono alla fede cristiana è in costante aumento e questo è diventato motivo di preoccupazione delle forze dell’ordine locali. Il presidente Rohani, insediatosi lo scorso 4 agosto, ha parlato di una possibile riforma dei diritti civili ma per ora la strada verso questo obiettivo sembra essere una metà all’orizzonte.