Ok al dialogo, ma ci crede fino in fondo? Per evitare la terza guerra mondiale è chiaro a tutti che non basta il pur importantissimo vertice di pace tenutosi ieri al confine tra le due Coree, dagli Usa al Giappone fino alla stessa Sud Corea, nessuno è realmente convinto di aver messo “con le Olimpiadi la museruola” a Kim Jong-un. E dunque ora, che fare? Secondo Seul il «presidente Moon Jae-in si è detto aperto a un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un, qualora si creino le giuste condizioni». Il disgelo tra i due Paesi potrebbe avvenire ma per Seul c’è bisogno che vi siano le “giuste condizioni” altrimenti i problemi potrebbero di nuovo tornare a rendere impossibile il dialogo. «Non abbiamo alcun piano per allentare le sanzioni a Pyongyang in violazione degli impegni internazionali previsti dalle risoluzioni dell’Onu»: insomma Seul ci va con i piedi di piombo visto che con Kim Jong-un potrebbe davvero tutto cambiare da un secondo all’altro. Il governo sudcoreano ha ribadito con fermezza “che a nuove provocazioni seguiranno nuove sanzioni”, ed è dello stesso avviso anche il premier giapponese Shinzo Abe, «il dialogo fine a se stesso non ha alcun significato, l’unica cosa che ha rilevanza è l’abbandono completo, documentato e irreversibile del programma nucleare».
LUTTWAK, “BISOGNA BOMBARDARE LA COREA DEL NORD”
Il giorno dopo il primo grande disgelo tra Corea del Nord e Sud Corea, arriva subito una voce fuori dal coro che richiama all’estremo pericoloso per una terza guerra mondiale “prossima” proprio nello scontro tra Pyongyang e il resto del mondo. «È ora di bombardare la Corea del Nord»: a parlare è il famoso politologo romeno, naturalizzato americano, Edward Luttwak che su Foreign Policy va giù dritto senza alcuna remora sulle prossime scelte geopolitiche da prendere per evitare la catastrofe. Ora, l’analista è noto per le sue tendenze alquanto “guerrafondaie” ma rappresenta una voce non tanto fuori dal coro negli Usa dove sappiamo bene che, ad esempio Trump, è alquanto sospettoso sugli accordi e tavoli di pace che si stanno portando avanti tra Seul e Pyongyang. «Nonostante i recenti colloqui con il Sud, Pyongyang continuerà ad avanzare nel suo obiettivo di ottenere un arsenale nucleare, avendo già testato l’atomica nell’ottobre 2006, nel maggio 2009, nel febbraio 2013, nel gennaio 2016, nel settembre 2016 e nel settembre 2017», ha scritto nel suo articolo-choc Luttwak che arriva a suggerire nel dettaglio cosa dovrebbe fare Trump e l’Onu nei prossimi mesi. «Ognuno di questi test sarebbe stato per gli Usa un’eccellente occasione per fare ciò che Israele fece in Iraq nel 1981 e in Siria nel 2007: effettuare raid con bombe convenzionali per negare il possesso dell’atomica a quei regimi che non dovrebbero nemmeno avere armi convenzionali. Fortunatamente c’è ancora tempo per lanciare un attacco di questo tipo». Insomma, agire prima che sia troppo tardi è la parola d’ordine per lui e per tanti analisti non solo Usa sparsi nel mondo. Non resta che capire però come le varie cancellerie si muoveranno, tenendo conto che scrivere articoli di geopolitica è un conto, avere la responsabilità di miliardi di vite umane “in scacco” con un solo pulsante nucleare, è un altro..
CIO, “ATLETI NORDCOREA-SEUL INSIEME GRANDE PASSO AVANTI”
Intanto però la giornata di ieri passerà alla storia come il primo serio riavvicinamento tra le due Coree, sullo sfondo dello spirito olimpico consolidato tra i due Paesi-coltelli da oltre sessant’anni. La Corea del Nord parteciperà alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang. La clamorosa svolta è arrivata durante i colloqui che si stanno tenendo tra le due Coree a Panmunjom, villaggio a cavallo della frontiera del 38° parallelo dove fu firmato il cessate il fuoco della guerra nella 1953. Il regime di Kim Jong-un ha espresso ieri ufficialmente la volontà di inviare una delegazione di atleti e funzionari ai Giochi; «Queste proposte sono un grande passo in avanti per lo spirito olimpico», ha fatto sapere Thomas Bach, presidente del Cio, in una dichiarazione scritta. Il Comitato Olimpico internazionale ha anche detto che valuterà tutte le proposte per poter accettare gli atleti nordcoreani, magari con delle wild card apposite: «Il Cio discuterà quindi queste proposte, in particolare per quanto riguarda la presenza, il numero e i nomi degli atleti nordcoreani». Un passo avanti deciso verso qualcosa che sa molto poco di “sport” e tantissimo di politica internazionale.