Circa 50 persone sono state uccise da missili lanciati su scuole e ospedali nel Nord della Siria. A denunciarlo è l’Onu, secondo cui “questi attacchi sono una violazione plateale del diritto internazionale”. Uno dei raid ha colpito la clinica di Medecins Sans Frontieres a Maarat al-Numan in quello che la Ong ha definito “un attacco deliberato”. Gli attivisti hanno accusato la Russia di essere responsabile degli attacchi, ma Mosca ha smentito attraverso il viceministro degli Esteri, Ghennady Gatilov. Abbiamo chiesto un commento a Domenico Quirico, inviato de La Stampa, catturato mentre lavorava in Siria il 9 aprile 2013 e tornato nel Paese per un reportage da Aleppo la settimana scorsa.
Ieri cinque ospedali sarebbero stati bombardati da russi e lealisti. Che cosa sta avvenendo in Siria?
Esattamente quello che sta succedendo da cinque anni. E’ dal 2011 che bombardano ospedali e città, tanto che 400mila persone sono rimaste uccise. Vista la durata di questa tragedia, non ci trovo nulla di sorprendente in quanto è avvenuto.
La Russia ha detto che continuerà a colpire Aleppo anche se si arrivasse a un coprifuoco. Qual è la logica dietro a questa dichiarazione?
La Russia vuole eliminare le formazioni jihadiste e ribelli che combattono contro il regime di Bashar Assad. Aleppo è occupata per metà da queste formazioni, e in particolare non dall’Isis bensì da Al-Nusra. Idlib, il luogo dove ci sarebbe stato il bombardamento sull’ospedale, è il feudo di Jabhat Al-Nusra, cioè la sigla siriana per Al-Qaeda. La Russia sta facendo piazza pulita di tutte queste formazioni che sono nei territori che il governo siriano vuole riprendere e di cui intende riassicurarsi il controllo.
La Russia è stata criticata per avere colpito altre sigle diverse dall’Isis. Come valuta queste critiche?
I militanti di Al-Nusra non sono dei seguaci di De Tocqueville, bensì una formazione di forsennati fanatici musulmani che hanno fatto venire in Siria i combattenti stranieri ceceni e tutta la compagnia bella dell’internazionale islamica. Il loro scopo non è la formazione di uno Stato pluralista, democratico e multi-confessionale, bensì la creazione di uno Stato in cui la sharia è l’unica legge e in cui non ci sono altre fonti di diritto. A dirlo non sono io bensì tutti i documenti della stessa Al-Nusra.
Che senso ha concentrare gli sforzi bellici su un’area densamente popolata come Aleppo?
Io sono stato ad Aleppo la settimana scorsa e non ho preso bombe sulla testa. Le grandi battaglie sono nelle zone che stanno intorno ad Aleppo, e nella stessa Idlib occupata da Al-Nusra che interrompe l’autostrada che sale da Damasco ad Aleppo. L’esercito siriano, con l’aiuto dell’aviazione russa, sta cercando di avvolgere Aleppo, prendendo tutte le colline circostanti, in modo da costringere tutti gli altri alla fuga.
Putin riuscirà a convincere l’opposizione a negoziare durante il cessate il fuoco?
Qui stiamo parlando di formazioni armate, non di partiti politici né tantomeno di associazioni di benpensanti. In Siria contano quelli che hanno i kalashnikov, i cannoni, le armi anti-carro, i mortai. L’opposizione siriana è composta da formazioni armate fino ai denti, con gradi di fanatismo più o meno sfumato. C’è stata quindi una riunione, con dei negoziati che dovranno riprendere alla fine del mese. Il califfato di certo non viene a Ginevra per trattare con gli infedeli e con gli apostati, ma anche gli altri gruppi non erano certo tutti presenti.
Lei è ottimista sull’esito dei negoziati?
Se anche si ottengono dei consensi in un determinato gruppo, finché l’altro continua a tirare cannonate il problema rimane irrisolto. Io sono ottimista di natura, ma fatico a pensare che il regime e tutti i gruppi armati che operano nella guerra civile siriana possano un giorno riunirsi intorno a un tavolo e riconoscersi reciprocamente, che è l’atto fondatore di qualsiasi negoziato. In termini di probabilità faccio prima a credere all’occupazione umana di Marte.
(Pietro Vernizzi)