Tolta la pena di morte come era invece previsto in un primo momento, ma confermato l’ergastolo per chi continua a esercitare l’omosessualità. E’ questo il contenuto principale della legge anti gay approvata dal parlamento dell’Uganda. Una legge che si era cominciato a discutere nel 2009, poi bloccata per via delle proteste internazionali, ma soprattutto per la minaccia americana di sospendere gli aiuti economici al paese. La legge, che comunque scatenerà nuove polemiche internazionali, è stata pensata essenzialmente contro gli occidentali che in Uganda come in tanti paesi del terzo mondo, vengono per abusare di minori e comunque, dice il testo della legge, “esportare il loro stile di vita”. C’è anche un precedente: tale Bernard Randall, cittadino inglese, che vive in Uganda da tempo e che è sotto processo per traffico di pubblicazioni oscene. Va poi detto che la pena di morte era prevista solo per casi particolari ad esempio la presenza di un minore oppure se uno dei due fosse stato malato di Aids. E’ invece perseguibile penalmente chi non denunciasse casi di omosessualità di cui sia a conoscenza. Il voto in parlamento non ha comunque raggiunto il quorum ed è ancora da vedere se il presidente dell’Uganda firmerà il testo in modo tale da farlo diventare legge di stato.