Quarant’anni dopo la sua fine politica, Richard Nixon fa parlare ancora male di sé. Una serie di registrazioni telefoniche (non centra il Watergate; semplicemente ogni telefonata del Presidente degli Stati Uniti viene registrata e archiviata) facenti parte della Nixon Presidential Library è stata resa nota proprio ieri e le polemiche in America si stanno già alzando. Si tratta di telefonate con membri importanti del suo governo, ad esempio l’allora ministro Henry Kissinger, in cui Nixon non usa certamente un linguaggio, come si direbbe oggi, politicamente corretto. Ad esempio si scaglia contro gli ebrei (Kissinger, che era ebreo anche lui, si dice d’accordo) annunciando che se un vertice russo-americano che si doveva tenere fosse andato male, a pagarne le conseguenze sarebbero stati gli ebrei americani: l’intenzione era di scaricare la colpa su di loro. “Hanno messo l’interesse degli ebrei sopra a quello americano, è l’ora che un ebreo in America si renda conto di essere prima americano e dopo ebreo” dice. E’ vero che si tratta di registrazioni di telefonate fatte tra il 9 aprile e il 12 luglio del 1973, il periodo peggiore per l’allora presidente americano già coinvolto nello scandalo Watergate e sicuramente i suoi nervi erano molto arroventati. Durante un incontro del 14 giugno con il suo consigliere personale, Anne Armstrong, Nixon dice che i neri non dovranno mai governare la Giamaica: “I neri non sono in grado e non lo saranno per almeno altri cento anni. Conosci forse un paese guidato da un leader di colore che se la passa bene?” dice. Chissà se al giovane Obama fischiavano le orecchie… Per Nixon, meglio di un nero sarebbe un italiano, un messicano o un europeo dell’est. A proposito di un ricevimento da organizzare, Nixon rifiuta la partecipazione dell’attore Danny Kaye perché ebreo di origine.