Subito dopo la sentenza emessa oggi dal tribunale di Bruxelles e che ha condannato a 20 anni di reclusione Salah Abdeslam per tentato omicidio (in riferimento al ferimento di quattro agenti di polizia durante la sparatoria del 15 marzo a Forest), è intervenuto anche il suo legale con un commento a caldo. Come riporta Corriere.it, l’avvocato Sven Mary ha già preventivato la possibilità di presentare un ricorso in appello contro la condanna a carico del suo assistito (la pena di 20 anni è stata inflitta anche al suo complice Sofien Ayari). “Analizzeremo la sentenza da cima a fondo”, ha commentato, sottolineando come grande attenzione sarà riservata in particolare alle procedure eseguite. “Vedrò con Abdeslam qual è il suo desiderio, se vuole fare ricorso in appello o no”, ha quindi aggiunto. “Soddisfatta” invece l’avvocato delle parti civili Maryse Alié, soprattutto per il fatto che “il tribunale abbia ritenuto che sparare contro dei poliziotti con armi da guerra è un atto di terrorismo”. Oltre ad essere condannato per tentato omicidio, Salah è stato accusato anche di attività terroristica e possesso illegale di armi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GIUDICATO COLPEVOLE PER LA SPARATORIA A BRUXELLES
Salah Abdeslam, unico sospetto sopravvissuto agli attacchi terroristici di Parigi del 13 novembre 2015 è stato condannato oggi dal Tribunale di Bruxelles a 20 anni di reclusione. La condanna, non riguarda però l’attacco parigino al Bataclan nel quale persero la vita 130 persone bensì per la sparatoria del 15 marzo 2016 in un sobborgo della capitale belga, durante un blitz della polizia. Le accuse a suo carico, come spiega Corriere della Sera, sono tentato omicidio, attività terroristica e possesso illegale di armi. L’episodio per il quale è stato chiamato a rispondere ed in cui rimasero feriti quattro agenti della polizia, avvenne pochi giorni prima degli attentati del 22 marzo proprio contro la capitale belga. La stessa condanna il Tribunale l’ha inflitta anche al suo complice tunisino Sofien Ayari. I giudici non hanno riconosciuto alcuna attenuante e secondo quanto pronunciato dalla presidente del tribunale, Abdeslam e Ayari – entrambi assenti in aula al momento della lettura della sentenza – hanno dimostrato un “completo disprezzo per la vita altrui”. Nelle 88 pagine, i giudici hanno ritenuto “incontestabile” il fatto che i due imputati avessero come obiettivo primario quello di far parte di un gruppo di terroristi, comportandosi come tali, poiché “galvanizzati dall’ideologia salafita”.
LA SENTENZA DEI GIUDICI
In seguito alla sparatoria di Rue Du Dries a Forest del marzo 2016, Salah Abdeslam ed il suo complice tunisino riuscirono a scappare ma il francese naturalizzato belga fu poi arrestato quattro giorni dopo, intercettato in un appartamento di Bruxelles dove si nascondeva. Trascorsero altri quattro giorni e tre kamikaze si fecero saltare in aria nell’aeroporto e nella metro di Bruxelles. I giudici sono convinti che i due parteciparono attivamente alla sparatoria in cui rimasero coinvolti quattro poliziotti, nell’appartamento dove erano barricati con armi da guerra tipo kalashnikov. Lo scorso febbraio Abdeslam era stato trasferito dal carcere francese di Fleury Merogy a Bruxelles per prendere parte alla prima udienza del processo a suo carico, ma in quell’occasione si era avvalso della facoltà di non rispondere preferendo quindi non testimoniare ma limitandosi a dire: “Quello che constato è che i musulmani sono trattati nel peggiore dei modi, non c’è presunzione d’innocenza. Non ho paura di voi né dei vostri alleati, ho fiducia in Allah”. A sua detta, il suo stesso silenzio non avrebbe fatto di lui un criminale né un colpevole: “è la mia difesa, vorrei che ci si basasse su prove scientifiche”. Per il suo legale, quello scontro a fuoco non poteva essere considerato “un reato di tipo terroristico”.