L’Onu ha dato l’autorizzazione ad attacchi aerei per difendere la popolazione di Bengasi, in pratica in sostegno dei ribelli anti Gheddafi.
Il quale negli ultimi giorni ha scatenato una violenta controffensiva per riprendere il controllo dei territori passati all’opposizione. In particolare le truppe lealiste minacciano gli insorti di Bengasi, centro della ribellione. Con dieci voti a favore e cinque astensioni il Consiglio di Sicurezza ha approvato la risoluzione 1973: immediato cessate il fuoco, no fly zone sui cieli di Libia, autorizzazione al ricorso di ogni mezzo necessario per proteggere i civili in particolare nella zona di Bengasi. In chiare lettere: no all’invio di truppe di terra di occupazione, ma sì all’uso di forze aeree che bombardino le truppe del colonnello Gheddafi. Francia e Inghilterra sono pronte a mandare i propri aerei. Probabile il sostegno di alcuni stati arabi. L’Italia offre le sue basi aeree ma non manderà i propri velivoli. Hanno votato sì alla risoluzione Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Astenzione di Mosca e Pechino assieme a Germania, India e Brasile.
L’ambasciatore britannico al Palazzo di Vetro, Mark Lyall Grant, spiega: «Le forze di Gheddafi già colpevoli di gravi crimini contro i civili sono a ridosso di una città di un milione di persone e con 2500 anni di Storia». La reazione di Gheddafi: «Ogni intervento militare contro di noi metterà a rischio il traffico aereo e marittimo nelMediterraneo, tutte le strutture civili e militari diventeranno legittimo obiettivo del nostro contrattacco», parlando di «pericoli per il Mediterraneo nel lungo termine».