Armenia, si dimette primo ministro Sargsyan dopo le proteste: cosa succede ora? Sono ore importanti per il futuro dell’Armenia, con il premier Sargsyan che ha rassegnato le proprie dimissioni dopo le vibranti proteste del popolo armeno in seguito alla riforma costituzionale. Il suo vice, Karan Karapetyan, è stato nominato premier ad interim ma la situazione è tutta in divenire. E’ grande festa per le strade dell’Armenia, con la giubilazione di Sargsyan che ha reso felice i cittadini. E le dimissioni, oltre ad una vittoria della democrazia, rappresentano anche un simbolo dal punto di vista internazionale come sottolinea Tg Com 24: parliamo dell’allontanamento dalla Russia, alla quale l’Armenia è stata sempre accanto anche dopo la fine dell’Urss. Nel 2013 Sargsyan rifiutò di firmare un accordo di integrazione economica con l’Unione Europea, preferendo rimanere al fianco di Vladimir Putin. (Agg. Massimo Balsamo)
DOPO LA PROTESTA E’ FESTA
Dopo le dimissioni di Serzh Sargsyan il vice-premier Karen Karapetyan ha assunto la carica di primo ministro ad interim in Armenia. La decisione, riporta l’agenzia Interfax, è stata presa nel corso della seduta straordinaria del Consiglio dei ministri. Dopo la notizia delle dimissioni del premier è cominciata la festa in Armenia, dove negli ultimi giorni si sono scatenate molte proteste. Quest’ondata si è trasformata in un’esplosione di gioia che ha travalicato le frontiere. In festa anche le comunità estere: una rappresentanza della comunità armena di Lione, ad esempio, si è poi recata presso la sede di Euronews chiedendo l’attenzione dei media internazionali sui problemi che opprimono il Paese. «Quando sei il presidente di un paese devi saperti sacrificare ma lui si comportava esattamente all’opposto. Stava utilizzando tutte le sue risorse e l’energia del popolo armeno solo per i suoi interessi», ha dichiarato una manifestante. Le fa eco un’altra dimostrante: «La gioventù armena ha portato avanti la rivoluzione di velluto senza che la polizia sia poi intervenuta. Ogni volta che si palesavano dei poliziotti i ragazzi alzavano solo le mani in alto. L’Armenia non è l’Ucraina o un altro Paese. La nostra è stata una rivoluzione di velluto». (agg. di Silvana Palazzo)
ARMENIA, PREMIER SARGSYAN SI DIMETTE: COSA SUCCEDE ORA
Dopo giorni di proteste in Armenia, il premier Serzh Sargsyan ha rassegnato le dimissioni. Già presidente per 10 anni, è stato nominato primo ministro, ruolo per il quale in seguito alla riforma costituzionale diventa il detentore dei poteri esecutivi. In tutto il paese si sono scatenate proteste: decine di migliaia di persone si sono riunite in piazza della Repubblica, nel centro della capitale Yerevan, per festeggiare le dimissioni. «Nikol Pashinyan (capo di Elk, sigla di opposizione e principale sponsor delle proteste, ndr) aveva ragione ed io avevo torto: la situazione creatasi ha alcune soluzioni ma io non ne scelgo nessuna. Non è per me, io lascio l’incarico da leader e da primo ministro». Lo si legge nella nota diffusa dall’ufficio stampa di Sargsyan. «I movimenti in piazza sono contro la mia premiership: eseguo la vostra richiesta ed auguro la pace e l’armonia al nostro paese», ha aggiunto.
SI VA VERSO STATO DI EMERGENZA?
La riforma costituzionale aveva permesso a Serzh Sargsyan di mantenere il potere: l’Armenia è infatti passata dal sistema presidenziale a quello parlamentare. Al termine di due mandati presidenziali, il parlamento controllato dal suo partito ha trasferito sulla carica di capo di governo la maggior parte dei poteri. Da qui sono scaturite le proteste, durante undici giorni. Anche militari si sono uniti alla protesta dei civili: in questi giorni migliaia di manifestanti sono scesi in strada e almeno 46 sono le persone rimaste ferite. Non è ancora chiaro cosa succederà ora in Armenia e se ci saranno nuove elezioni. Intanto il ministro della Difesa armeno, Vigen Sargsyan, durante una conferenza stampa ha dichiarato che l’esercito armeno potrebbe essere coinvolto nella gestione dell’ordine pubblico nel paese. «Il mio desiderio è che non sia necessario introdurre lo stato di emergenza né ora né in futuro», ha dichiarato Sargsyan. Secondo la legislazione vigente, lo stato di emergenza in Armenia può essere introdotto con un decreto del presidente «previa consultazione con il presidente dell’Assemblea nazionale e con il primo ministro», entrando in vigore dalla promulgazione, senza quindi ulteriori procedure.