Un nuovo rapporto inchioda il regime della Corea del Nord ai suoi crimini contro l’umanità. Lo ha stilato NK Watch, una associazione umanitaria di base a Seul. Se il fatto che decine di migliaia di persone siano incarcerate in condizioni disumane nei campi di concentramento del regime non è una novità, adesso si fa anche una stima dei risultati in termini economici di quello che il rapporto definisce “schiavitù di Stato”. Tra quanto denuncia il rapporto, anche il fatto, fino adesso largamente ignorato, che moltissimi dei detenuti dei campi di lavoro nordcoreani vengano “affittati” a paesi come Cina e Russia in cambio ovviamente di denaro. Questi incassi, si legge sempre nel rapporto, sarebbero usati per l’unico beneficio del dittatore in carica, il ben noto Kim Jung-un e per soddisfare il suo stile di vita da autentica star, tra vizi e lussi estremi. Non solo lui, ma anche per i suoi più fedeli seguaci in realtà. In pratica, questi prigionieri-schiavi vengono pagati con valuta pregiata di cui la Corea del Nord ha inderogabile bisogno, stipendi che vengono completamente confiscati dal governo. E’ un sistema di totale schiavitù: si tratta di persone impiegate nei campi o nelle fabbriche che hanno diritto al massimo a due giorni liberi dal lavoro all’anno e che vengono fisicamente punite se non raggiungono gli obbiettivi prefissati.