Stava pregando in un angolo della strada, dopo aver massacrato quasi quaranta persone sulla spiaggia del resort. Seifeddine Rezgui, il 23enne autore della strage che ha scioccato il mondo, si era allontanato da lì e stava camminando con il mitragliatore ancora in mano in una via secondaria. Il proprietario di una abitazione si è accorto dell’uomo solitario e gli ha gettato in testa della terracotta presa dal tetto. L’uomo ha barcollato e si è inginocchiato a pregare. In quel momento uno dei poliziotti che gli stavano dando la caccia lo ha visto, si è avvicinato e gli ha sparato due colpi di pistola freddandolo all’urtante. Il poliziotto, che vuole rimanere anonimo, è rimasto sconvolto da quei minuti allucinanti conclusisi con la morte del terrorista e da quel giorno, ha raccontato, non riesce più a dormire. Seifeddine Rezgui ha ucciso in tutto 38 persone ferendo 36, scegliendo accuratamente i turisti di chiara identità europea, soprattutto gli inglesi: di loro ne ha uccisi ben 15. Il giovane, di 23 anni, apparteneva al gruppo estremista Gioventù islamica e frequentava una moschea nota per il fondamentalismo estremo. Seifeddine Rezgui proveniva da una delle zone più povere della Tunisia, lo zio lo descrive come un ragazzo dolce che amava il calcio e la breakdance.