I sospetti di Donald Trump sulla Cina sembrano fondati: l’intelligence Usa ha le prove del fatto che stanno violando l’embargo contro la Corea del Nord. Ci sono delle immagini satellitari, ottenute dal Wall Street Journal, che ritraggono sei navi cinesi caricare diversi prodotti, principalmente carbone, la cui esportazione è vietata dalle Nazioni Unite. Le navi avrebbero staccato i loro trasmettitori Gps prima di entrare nei porti nordcoreani, dove hanno caricato merci bandite dall’Onu, come carbone, ferro e piombo. Una volta uscite dalle acque coreane, le navi hanno riacceso i rivelatori di posizione dirigendosi verso la Russia e il Vietnam, dove hanno poi scaricato e venduto i loro prodotti. Queste foto dell’intelligence Usa danno dunque adito a chi sostiene, in primis appunto Donald Trump, che la Cina si sia sforzando nell’attività diplomatica con il regime di Kim Jong-un solo a parole, continuando di fatto a sostenere economicamente la dittatura. (agg. di Silvana Palazzo)
TENSIONE PER I BOMBARDIERI NUCLEARI USA A GUAM
Con le Olimpiadi Invernali in Corea del Sud a meno di un mese dal loro inizio, si era parlato dei segnali distensivi tra le due coree come potenzialmente utili anche per allentare la tensione tra Pyongyang e Washington. La Corea del Sud era stata spesso in prima linea nel chiedere agli Usa la linea dura per tenere a freno le ambizioni nucleari di Kim Jong Un, e il fatto che le due Coree possano sfilare unite sotto un’unica bandiera, come è stato deciso, durante la cerimonia d’apertura Olimpica, era visto come un fatto di grande rilevanza. E probabilmente lo è ancora, resta il fatto che gli Stati Uniti stanno aumentando il contingente militare presso la base di Guam, la più vicina a Pyongyang tra quelle a disposizione dell’esercito degli Stati Uniti. Soprattutto, Washington ha inviato tre bombardieri invisibili ai radar, i B-2 Spirith, da venerdì scorso presenti a Guam e capaci di sganciare ordigni nucleari. Non certo un segnale distensivo, al di là di qualunque tipo di ipotesi di tregua olimpica.
IL BRACCIO DI FERRO SUL NUCLEARE
Resta il fatto che il nodo che ancora non viene sciolto, al di là di ogni possibile dichiarazione d’intenti, e che mantiene ancora ai massimi livelli la tensione tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, è il programma di sviluppo nucleare che Pyongyang vuole portare avanti e che Washington vuole assolutamente stroncare. Per il leader nordcoreano Kim Jong Un poter sbandierare la minaccia nucleare rappresenta probabilmente una sorta di “assicurazione sulla vita” per il suo regime, preoccupato com’è di veder da un momento all’altro sfaldarsi il fronte degli alleati di fronte alla richiesta di sanzioni e alla pressione degli americani. Dall’altra parte il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sembra sempre più sordo alle richieste di moderazione da parte di Cina e Russia, e dopo le Olimpiadi l’ipotesi di un attacco americano in Corea del Nord potrebbe prendere consistenza.