“Il presidente Obama non ha deciso di impegnarsi in un’azione militare”. Lo ha assicurato un portavoce della Casa Bianca, smentendo dunque l’ipotesi, circolata nelle ultime ore, secondo cui Stati Uniti e Gran Bretagna sarebbero pronte a rivolgere un attacco missilistico contro la Siria entro dieci giorni, soprattutto dopo il presunto raid con armi chimiche denunciato mercoledì scorso a Damasco. A riportarlo è la stampa britannica: come ha scritto il Daily Telegraph, citando fonti del governo inglese, il primo ministro David Cameron e il presidente Usa Barack Obama avrebbero discusso del piano in un lungo colloquio telefonico.
Una nuova Libia si profila all’orizzonte o peggio, un nuovo Iraq. Secondo le indiscrezioni piuttosto attendibili che si profilano all’orizzonte, il governo americano e quello inglese avrebbero intenzione di attaccare il regime del presidente Assad entro dieci giorni: la decisione ufficiale verrà presa entro 48 ore. Obama e david Cameron avrebbero preso la decisione dopo una lunga telefonata. Una decisione influenzata, come si sa, dal terribile bombardamento con armi chimiche che nei giorni scorsi ha fatto oltre mille morti tra la popolazione civile delle zone alla periferia di Damasco in mano ai ribelli. Che cosa dal punto di vista militare possa significare l’attacco anglo-americano è assai difficile da capire. Una invasione di terra è infatti assai improbabile, in una guerra civile dove si combatte casa per casa. Resta l’opzione dei bombardamenti via aerea o missilistici: navi americane si stanno già avvicinando alle coste siriane. Ma anche in questo caso l’opzione è problematica: probabilmente l’unica via possibile è quella di individuare le basi militare dell’esercito regolare e cercare di distruggerle. In questo contesto arriva prontamente la reazione russa, fedele alleata del regime, tramite il ministro degli esteri: se ci sarà un attacco degli americani le conseguenze sarebbero gravissime. Domani intanto gli ispettori dell’ONU si recheranno sui luoghi dei presunti bombardamenti chimici per verificarne l’autenticità. Fonti americane hanno già detto che il regime in questo lasso di tempo può già aver avuto tutto il tempo per far scomparire ogni prova.