Adesso che l’Isis, si spera, sembra vicina alla disfatta finale, emergono particolari di stragi tenute nascoste fino a oggi, oltre naturalmente quelle che già si conoscevano. Secondo quanto riportato dall’organizzazione umanitaria Roads of Success, due anni fa nella città siriana di Douma si consumò una delle stragi più orribili delle tante della guerra ancora in corso. A renderla nota Alice Assaf, una mamma del luogo, che ha raccontato come i miliziani dell’Isis una volta occupata la città avessero preso sei uomini che lavoravano in una fabbrica di alimentari e li avessero gettati vivi nel forno. Dopo di che si erano messi a sequestrare tutti i bambini che riuscivano a trovarne, circa 250: alcuni furono decapitati davanti ai loro genitori, la maggior parte invece gettata viva nell’impastatrice della stessa azienda e fatti morire in modo atroce. La più grande di loro, ha detto la donna, aveva 4 anni. Si trattava di bambini cristiani. Le ragazze più grandi invece furono tutte trascinate in schiavitù in altre località. Il figlio della donna che ha raccontato questi orrori venne ucciso dopo essersi rifiutato di cambiare il suo nome, Giorgio, con uno islamico: “Non voglio morire con una identità che non sia la mia, voglio morire con il mio nome Giorgio” disse alla madre prima di essere ucciso. Alla richiesta di nascondersi, il giovane, rifiutando di farlo, ripose: “Ci hai insegnato a seguire quello che Cristo ha detto: chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anche io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.