La coalizione dei “volenterosi” si divide. La Norvegia annuncia che non parteciperà più ai raid sulla Libia, mentre l’Italia alza la voce ed esige che il comando delle operazioni militari passi subito alla Nato, altrimenti impedirà l’uso delle nostre basi militari. La Francia non ci sta, la Gran Bretagna è d’accordo, gli Stati Uniti tentennano. Al momento, tutto il comando di “Odissea all’alba”, l’attacco alla Libia di Gheddafi, è nelle mani di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Il quadro sembra piuttosto confuso. Ha detto ieri il generale francese Ponthies: «Siamo in un’operazione voluta dalle Nazioni Unite, portata avanti da una coalizione ad hoc, e alla quale la Nato potrebbe eventualmente portare il suo sostegno».
A lui ha dato sostegno il ministro degli esteri spagnolo: «Per il momento, tenendo conto che c’è già una coalizione internazionale formata non solo da paesi europei e membri della Nato, ma anche da paesi arabi, sembra che il sentimento prevalente è che la coalizione continui». Ma l’Italia ha fatto una richiesta precisa, tramite il ministro degli esteri Frattini: senza il passaggio delle operazioni in Libia sotto l’ombrello Nato, il governo considererebbe l’idea di istituire un proprio comando separato per gestire le attività di comando e controllo. Completamente contro la Francia è anche la Turchia che non parteciperà in nessun modo alla missione.
Intanto Silvio Berlusconi ha parlato della situazione: «I nostri aerei non sparano e non spareranno». Ha espresso poi un parere sull’ex amico Gheddafi: «Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente». Sul fronte interno, la Lega continua a chiedere il voto alla Camera per la missione italiana:, ma il ministro La Russa ha precisato che «non è ancora stato fissato ma non intendiamo sottrarci alla valutazione delle Camere, anche se dal punto di vista giuridico è sufficiente il voto delle Commissioni».
E mentre, nella maggioranza, anche il governatore della Lombardia Formigoni si dice contrario alla guerra, nell’opposizione si registrano posizioni diverse. Antonio Di Pietro: «La confusione italiana regna nel cielo. Noi siamo disponibili a che l’Italia partecipi nei limiti del mandato Onu, non con i cosiddetti “volenterosi” che hanno solo lo scopo di fare in fretta e furia una soluzione che dà soltanto preoccupazioni ulteriori». Dario Franceschini: «Lo sviluppo della crisi libica e la portata dell’intervento promosso dalle Nazioni Unite. È necessario che il Parlamento nel suo plenum possa confermare il sostegno alla posizione del nostro Paese con una piena assunzione di responsabilità».