Il voto di questo weekend alla Camera dei Rappresentanti sull’emendamento Stupak-Pitts, che vieta nella legge di riforma sanitaria la destinazione di fondi federali all’aborto, è un indicatore del recente spostamento negli atteggiamenti degli americani da quando la Corte Suprema, con la sentenza Roe v. Wade del 1973, introdusse a livello nazionale l’aborto legalizzato.
Il risultato è coerente con un recente sondaggio della Gallup in cui, per la prima volta da quandol’istituto iniziò nel 1995 a porre la domanda, la percentualedei pro-life supera i pro-choice (come negli Usa vengono definiti gli oppositori dell’aborto e quelli invece favorevoli), 51% contro 42%. A seguito dell’emendamento Hyde del 1976, finora l’aborto non è stato finanziato attraverso la tassazione, ma molti sostenitori del diritto all’aborto miravano a includerlo nel progetto di legge di riforma del sistema sanitario.
Bart Stupak, il promotore dell’emendamento, un cattolico deputato Democratico del Michigan, ha dichiarato: “Uniamoci su un principio: nessun finanziamento pubblico per gli aborti, nessun finanziamento per assicurazioni con cui si pagano gli aborti”. L’emendamento non sarebbe stato messo ai voti senza l’appoggio di molti Democratici pro-life e della Chiesa cattolica.
La conferenza dei vescovi degli Stati Uniti ha condotto una campagna contro l’ambiguo linguaggio usato nel progetto di legge circa il finanziamento degli aborti e, anche dai pulpiti durante il weekend precedente, aveva dichiarato di appoggiare il progetto di riforma sanitaria solo se esso “avesse protetto la vita e la dignità di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale”.
Molti elettori hanno inviato richieste in tal senso ai loro rappresentanti. Si è anche visto un Partito Democratico diverso da quello delle precedenti elezioni e 64 Democratici, molti sostenitori di Obama durante la campagna elettorale, hanno votato contro il finanziamento degli aborti.
La presidente della Camera, Nancy Pelosi, cattolica pro-choice, ha dovuto alla fine ammettere l’emendamento alla votazione, con deputati pro-choice furiosi che hanno protestato davanti al suo ufficio. Questo è stato l’unico emendamento votato sul progetto di legge di riforma sanitaria e ha ottenuto una decisa maggioranza, 240 a favore e 194 contrari, ma la questione tornerà alla ribalta nella discussione del progetto di legge al Senato. Il deputato Jan Schakowsky dell’Illinois ha affermato: “In nessun caso sosterremo queste ulteriori restrizioni all’aborto. Stiamo studiando le strategie per rispondere a questo emendamento e cercheremo di ottenere più voti che potremo contro di esso”.
Il progetto di legge è poi stato approvato nella tarda serata di sabato con una risicata maggioranza di 220 voti contro 215. I Repubblicani, con una notevole eccezione, erano decisi a esprimere comunque un voto contrario. Anh "Joseph" Cao, un ex attivista vietnamita e deputato Repubblicano di New Orleans alla prima legislatura, aveva dichiarato però di votare a favore del progetto di legge, se fosse stato approvato l’emendamento.
Cao, che è stato seminarista dai Gesuiti ed è noto come un devoto cattolico, ha dichiarato: “Con l’inserimento di questo emendamento nel progetto di riforma sanitaria, i miei colleghi e io stesso abbiamo reso migliore il progetto di legge ed è un risultato di cui sarò sempre orgoglioso”. Aggiungendo in un’intervista alla CNN: “ Mi sono sempre concentrato sul prendere le decisioni giuste per la gente della mia circoscrizione, senza badare alle conseguenze sul mio futuro politico”. Ora tocca al Senato, dove la battaglia sarà ancora più combattuta.