Sono passati più di trent’anni da quando la Cina istituì la politica dell’unico figlio, la cui applicazione ha portato ad aborti forzati, all’abbandono di molti neonati femmine negli orfanotrofi o semplicemente alla morte, alla pratica dell’aborto selettivo in funzione del sesso e, nelle aree rurali, il permesso di avere un secondo figlio se il primo era una femmina. Se nelle democrazie occidentali vi sono politici in favore dell’aborto come parte del “diritto a scegliere” da parte della donna, la politica della Cina ha reso l’aborto ampiamente disponibile, ma ha eliminato il diritto di scelta. Questa politica è stata sempre difesa come una necessaria protezione contro il sovrappopolamento.
È stata perciò una sorpresa leggere recentemente che la città di Shangai, una delle città più grandi e popolate della Cina, ha cominciato a incoraggiare le coppie ad avere un secondo figlio. Perché? Per “il crescente squilibrio demografico nella città e i timori che le giovani generazioni non siano più in grado di sostenere gli anziani”. “Sollecitiamo le coppie idonee ad avere due figli, perché così possono aiutare a diminuire la proporzione di popolazione anziana e alleviare la scarsità di forza lavoro in futuro”, ha detto Xie Linli, direttore della commissione di Shangai per la pianificazione famigliare e della popolazione.
Shangai è già una città dove uno su cinque abitanti è anziano, una proporzione che è prevista aumentare al 34% per il 2020. Qualcuno dice che la Cina è un Paese “destinato a diventare vecchio prima di diventare ricco” e l’assistenza agli anziani è un peso sempre più difficile da sostenere. La previsione dell’americano Center for Strategic and International Studies è che per il 2050 vi saranno solo 1,6 adulti in età lavorativa a fronte di ogni anziano di 60 o più anni da sostenere.
Il costo (in tempo e impegno, oltre che in denaro), tuttavia, sta facendo diventare meno attraente l’opzione del secondo figlio. Molte coppie di Shangai dicono che rinunceranno a questa possibilità, perché “il costo è già tanto elevato solo per un figlio” e, in una delle più prospere città della Cina, scegliere di avere un secondo figlio significherebbe per alcuni intaccare uno stile consumistico di vita che si è appena cominciato a godere. Un sondaggio online, peraltro senza basi scientifiche, ha dato un esito negativo verso la nuova politica e il motivo più frequente è stato “c’è già troppa gente in Cina”.
I commenti su questo sondaggio erano diversi a seconda che si sostenesse o meno questo cambiamento di politica, ma il dato comune sottostante è che decenni di politica dell’unico figlio hanno minato il ruolo centrale che da secoli la famiglia rivestiva in Cina. Eppure, nell’Europa occidentale, anche chi è cosciente del costante decremento di popolazione continua a sostenere che non vale la pena di avere un altro figlio.
( Monastic Musings )