La situazione in Efitto è sfuggita di mano. Dopo la destituzione di Morsi da parte dell’esercito, i Fratelli musulmani hanno chiamato a raccolta i propri seguaci per protestare contro il golpe. Ha risposto all’appello una folla immensa, che si è riversata nelle piazze di numerose città, come Alessandria, Beheira, Minya, Giza. Nel pomeriggio, poi, Mohammed Badie, guida spirituale del movimento che si pensava fosse stato arrestato è salito sul palco per arringare la folla. «Non sono in fuga, non mi hanno arrestato. A tutti gli egiziani dico: Morsi è il vostro presidente», ha gridato. Poi, rivolgendosi agli elicotteri che sorvolavano la zona ha invitato l’esercito a desisere, concludendo in maniera decisamente minacciosa: «Non possiamo rinunciare a Morsi presidente se non col sacrificio della nostra vita». Nel frattempo, il clima di tensione è giunto alle selle e tra la giornata di ieri (in cui i Fratelli musulmani,nella notte, hanno invitato a continuare la mobilitazione) e questa mattina si sono registrati tre morti e circa 200 feriti. Buona parte delle vittime sono morte sotto i colpi delle armi da fuoco. Gli scontri, oltre che manifestanti e forze dell’ordine, sono avvenuti tra i sostenitori di Morsi e i gruppi ostili all’ex presidente. A Luxor gruppi islamici hanno dato fuoco alle case di alcuni cristiani.