Nella prima dichiarazione pubblica, fatta alla tv di stato messicana, il nuovo presidente “Amlo” ha spiegato che nonostante le frizioni con il Presidente Trump per via dell’arcinoto “muro” al confine con il Texas, con gli Stati Uniti progetta il meglio per i prossimi anni: «il Messico desidera un a relazione di amicizia e cooperazione con gli Stati Uniti d’America» ha spiegato Andre Manuel Lopez Obrador, pur non risparmiando dure critiche al presidente Trump per via del muro anti-migranti che l’Amministrazione Usa vuole far costruire tra i due Paesi. A proposito di confini, una delegazione della Conferenza Episcopale americana si è recata al confine con il Messico nella Diocesi di Brownsville, all’estremità meridionale del Texas, per testimoniare solidarietà agli immigrati e ribadire la contrarietà della comunità cattolica alla politica della «tolleranza zero». Come spiega l’Osservatore Romano, nel frattempo «centinaia di chiamate da parte di famiglie e anche di singole persone stanno subissando il centralino della Conferenza episcopale statunitense per offrire assistenza proprio ai bambini latinoamericani separati forzatamente dai genitori al confine tra Stati Uniti e Messico». (agg. di Niccolò Magnani)
EVO MORALES: “NUOVA PAGINA NELLA STORIA DELL’AMERICA LATINA“
Della vittoria di Andres Manuel Lopez Obrador, o più semplicemente Amlo, alle elezioni presidenziali in Messico si parlerà ancora a lungo, a quanto apre. Si tratta infatti del primo Capo di Stato del Paese centroamericano dichiaratamente di sinistra. Non a caso la sua vittoria è stata accolta con entusiasmo dal Presidente della Bolivia Evo Morales, che su Twitter ha scritto che certamente la sua azione di Governo sarà capace di scrivere “una nuova pagina nella storia della dignità e sovranità dell’America latina”. Il sito del Servizio di informazione religiosa riporta anche le dichiarazioni del segretario generale della Conferenza episcopale messicana (Cem), mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola: “Felicitazioni al popolo messicano per la magnifica partecipazione in questa storica giornata. Rispettiamo la volontà dei cittadini, espressa attraverso i risultati ufficiali. Continuiamo sempre a pregare e a lavorare per il Messico”. (aggiornamento di Lorenzo Torrisi)
LOPEZ OBRADOR PRESIDENTE DEL MESSICO, LE PAROLE DI TRUMP
Una vera e propria svolta populista (di sinistra) quella che si è avuta in Messico a partire dalle passate ore, con la proclamazione di Andres Manuel Lopez Obrador presidente. “Amlo”, nel suo primo discorso pronunciato subito dopo l’arrivo dei risultati definitivi, ha subito messo in chiaro quale sarà il futuro del paese in merito al rapporto con gli Usa ed ha specificato: “Con il governo degli Stati Uniti cercheremo di stabilire una relazione di amicizia e cooperazione per lo sviluppo, sempre basata sul rispetto reciproco e sulla difesa dei nostri connazionali migranti che vivono e lavorano onestamente in quel Paese”. I risultati delle elezioni in Messico non hanno dato scampo agli altri due candidati, Ricardo Anaya e José Antonio Meade il cui margine dal vincitore è stato molto ampio. Obrador, intanto, ha subito messo in chiaro che la sua intenzione non sarà affatto quella di dare vita ad una dittatura “palese o nascosta”. La sua intera campagna elettorale è stata incentrata sulla lotta alla corruzione e questo aveva anche suscitato timori nel settore finanziario ed in quello industriale. Nonostante questo, il candidato della sinistra messicana ha vinto su tutta la linea. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
USA E POLITICA ESTERA, GLI SCENARI
Per il Messico è cominciata oggi una giornata storica: Andrés Manuel López Obrador ha vinto le elezioni presidenziali svoltesi ieri. Mentre decine di migliaia di persone si riunivano nella storica piazza dello Zócalo a Città del Messico, il leader di centrosinistra del movimento Morena ha pronunciato il primo discorso nel quale ha invitato i messicani alla riconciliazione. E ha assicurato che la coalizione da lui guidata «non punta a costruire una dittatura, per cui i cambiamenti promessi avverranno in base all’ordine istituzionale esistente». Per quanto riguarda la politica estera, Amlo, come lo chiamano i suoi sostenitori, ha spiegato che è finita l’epoca del “vassallaggio” verso gli Stati Uniti: «Saremo amici di tutti i popoli e i Governi del mondo. Rispetteremo i principi di autodeterminazione e risoluzione pacifica dei conflitti». E con gli Usa, dunque, il Messico cercherà «il rispetto reciproco». Negli ultimi tre anni però ha messo in discussione il cosiddetto “Consenso di Washington”, cioè quelle politiche neoliberiste che hanno lasciato l’economia in mano al mercato ma non hanno prodotto una crescita economica in Messico. La nuova sinistra, di fronte anche al protezionismo trumpiano, propone nuove misure di sviluppo: dal rafforzamento del mercato interno ad una maggiore partecipazione dello Stato alle attività economiche. (agg. di Silvana Palazzo)
LOPEZ OBRADOR: “NO DITTATURA”
«La nostra coalizione» – Juntos Haremos Historia, Insieme faremo la storia – non punta a costruire una dittatura, per cui i cambiamenti promessi avverranno in base all’ordine istituzionale esistente»: così “Amlo” ha garantito nel suo primo discorso da Presidente del Messico che non vorrà e dovrà essere il nuovo “caudillo” del centro-sudamerica come tanti purtroppo se ne sono visti in questi decenni di instabilità politiche del mondo latino. Di certo sarà il primo presidente di Sinistra del Messico e di certo Trump è il suo avversario principale sul quale ha costruito tutta la campagna elettorale: ora bisognerà vedere cosa farà di suo questo particolare ed eccentrico politico ex sindaco di Città del Messico. Lopez Obrador ha vinto con il 54% dei voti e dietro di lui è finito Ricardo Anaya (24%) e José Antonio Meade si sarebbe fermato fra il 15,7 ed il 16,3: erano i moderati di centrodestra, considerati però troppo subalterni alla politica dura trumpista, impotenti di fronte all’onda d’urto provocata dalla campagna elettorale di “Amlo”, vincente dopo due tentativi falliti nelle ultime Presidenziali. (agg. di Niccolò Magnani)
ELEZIONI MESSICO: VINCE “AMLO”
Andrés Manuel López Obrador è il nuovo presidente del Messico. La vittoria di “Amlo” era già stata ampliamente annunciata dai pronostici alla vigilia delle elezioni ed alla fine il risultato finale ha confermato le ipotesi di vittoria. A trionfare, dunque, è stato il populismo di sinistra e già si prevede lo scontro con quello di destra di Donald Trump, al nord del confine, su temi caldi come immigrazione e commercio. Nonostante i timori iniziali, il presidente Usa ha voluto prontamente complimentarsi con un messaggio giunto via Twitter: “Congratulazioni a Andres Manuel Lopez Obrador per essere diventato il nuovo Presidente del Messico. Non vedo l’ora di lavorare con lui. C’e’ molto da fare che avvantaggerà sia gli Stati Uniti che il Messico!”. Subito dopo la vittoria, come riporta Corriere.it, Amlo non poteva che esprimere tutta la sua felicità per questo momento tanto atteso: “È un giorno storico e sarà una notte memorabile”, ha dichiarato. Con lui, dunque, prende il via ufficialmente “la quarta trasformazione del Paese” dopo indipendenza, riforma e rivoluzione ed è lui stesso ad invocare la “riconciliazione nazionale” al suon di “prima la patria”. Poi ha voluto tranquillizzare su chi aveva espresso i suoi timori circa una presunta svolta venezuelana, dichiarando: “Ci saranno cambiamenti profondi ma sarà un’autentica democrazia, non sarà una dittatura né aperta né nascosta”.
LE PRIME PROMESSE DEL NEO PRESIDENTE
Poco dopo la chiusura dei seggi il trionfo di Lopez Obrador, neo presidente del Messico era già nell’aria. José Antonio Meade, il candidato del partito di governo, già sembrava aver accettato la sua capitolazione alla luce degli oltre 20 punti di distacco annunciati dagli exit polls. Amlo è giunto alla piazza centrale dello Zocalo di Città del Messico per il suo discorso di vittoria a bordo di una Volkswagen Jetta. Parlando al popolo ha garantito la massima “libertà di impresa, di espressione e confessione” ma anche la lotta alla corruzione e all’impunità “senza favorire gli amici”. Tra le sue promesse c’è anche il non aumento delle tasse così come dei prezzi del carburante e soprattutto il desiderio di dare preferenza “agli ultimi e ai dimenticati” con riferimento in modo particolare ai popoli indigeni vittime di discriminazioni. Le intenzioni sono buone: Obrador ha messo tra le sue priorità anche la lotta alla violenza del crimine organizzato che negli ultimi tempi ha letteralmente messo in ginocchio il Paese. In merito, il neo presidente ha annunciato l’intenzione di convocare rappresentanti delle vittime, organismi internazionali e autorità religiose al fine di instaurare sin da subito un “processo di pace”. “Non tradirò il popolo: non vi deluderò. Voglio passare alla Storia come un buon presidente”, ha annunciato subito dopo la sua vittoria.