Mentre l’Arabia Saudita, secondo quanto comunicano alcuni media, avrebbe programmato l’esecuzione in un solo giorno di 55 persone accusate di terrorismo, una nuova sentenza si aggiunge all’elenco di condanne a morte del paese culla dell’Islam. Una donna di 45 anni originaria dello Sri Lanka che lavorava come cameriera ed è sposata, è stata condannata a morte mediante la lapidazione, mentre l’uomo con cui avrebbe avuto la relazione è stato condannato soltanto a cento frustate. Ennesimo esempio di razzismo contro le donne del paese islamico e dell’uso della pena di morte per di più con metodi barbari, gli stessi usati nello stato islamico dell’Isis. L’uomo è scampato alla pena di morte perché al momento della relazione adultera single mentre la donna sposata. Anche lui è originario dello Sri Lanka. Rappresentati del governo dell’isola sono intervenuti per chiedere clemenza, ricorrendo in appello. L’Arabia Saudita, visitata di recente dal nostro premier Renzi e uno dei maggiori partner economici e politici dell’occidente, pratica in pieno la legge della shaaria.