Anche colf a badanti hanno i propri diritti. Nessuno, in effetti, può pensare seriamente di mettere in discussione un’affermazione del genere. Eppure, l’Onu, si è sentita in dovere di metterlo nero su bianco. SI calcola che in tutto il mondo i collaboratori e le collaboratrici domestiche sarebbero 53 milioni secondo le stime ufficiali, 100 secondo quello ufficiose. Spesso sono vittime di abusi, sopraffazione e maltrattamenti. Ora la Conferenza annuale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha deciso di adottare, con un’ampia maggioranza di voti, la Convenzione sui diritti dei lavoratori domestici. Si tratta del frutto di un lavoro durato anni, a cui hanno partecipato enti internazionali, organizzazioni sindacali e non profit, associazioni di donne e di migranti. «Per la prima volta abbiamo applicato il sistema normativo all’economia informale e ciò rappresenta una svolta di enorme importanza», è stato il commento di Juan Somavia, direttore dell’Ilo. Benché l’Italia abbia votato a favore, non è scontato che il nostro Paese ratificherà nell’immediato il provvedimento. Il voto positivo rappresenta una condivisione di valori, ma la convenzione, se ratificata, diventa vincolante per quei Paese che decidono di adottarla.
In particolare la convenzione sancisce che i collaboratori domestici hanno i medesimi diritti degli altri lavoratori: «orari ragionevoli, riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive, un limite ai pagamenti in natura, informazioni chiare sui termini e le condizioni di impiego, nonché il rispetto dei principi e dei diritti fondamentali, tra cui la libertà di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva».