Alla fine del mese di aprile il ministro della giustizia dell’Arabia Saudita Mohamed al-Issa ha tenuto una audizione speciale davanti alla commissione esteri del parlamento europeo di Bruxelles. Fra i vari argomenti toccati uno che ribadisce la posizione di sempre del paese arabo, ma che assume particolare rilevanza in questo periodo storico, quando nei paesi dell’Europa occidentale quasi ogni giorno viene concessa l’apertura di una moschea. Il ministro ha ribadito che essendo l’Arabia Saudita la terra sacra per eccellenza dell’islam, non vi sarà mai possibile la costruzione e dunque l’apertura di chiese cristiane. “L’Arabia ospita luoghi santi musulmani e non può consentire sullo stesso suolo altri edifici di culto che non siano musulmani” ha detto. Nel suo intervento il ministro ha detto anche che nel suo paese esiste “il rispetto per la libertà di opinione e per i diritti umani”, ma ci sono però dei limiti che ha definito di ordine pubblico. Anche il fatto che non si possano costruire luoghi di culto di religioni differenti da quella islamica, ha spiegato, non significa che non si possano professare queste altre religioni. Il motivo del divieto a costruire le chiese, ha ancora detto, è per la specificità del luogo: “E’ come se si costruisse una moschea nello Stato del Vaticano, è una questione di principio”.