Egitto, rivoluzione in atto. Mentre si succedono le notizie drammatiche ormai da quasi una settimana, di scontri, incidenti, morti a centinaia, devastazioni, in quelle che sono già passate alla storia come “le giornate della rabbia” del popolo egiziano nel tentativo di cacciare il presidente Mubarak, molti si dimenticano che l’Egitto è anche meta di vacanze.
Sono in particolar modo gli italiani ad amare le spiagge candide i i bellissimi fondali del Mar Rosso, nella meta turistica preferita di Sharm El Sheik, meta dove da decenni si recano in grande numero. Meta che purtroppo già in passato era stata devastata da attentati suicidi da parte di fondamentalisti islamici, e in modo bizzarro, quasi fosse stato un segno premonitore di quanto stava per accadere in Egitto, anche messa in allarme recentemente dalla presenza di alcuni squali assassini. Che succede allora a Sharm El Sheik? Come stanno i turisti che si sono trovati là proprio allo scoccare della rivoluzione? E che succederà adesso, vacanze proibite per sempre, o solo per poco tempo?
Il ministro degli esteri Frattini e il nostro ambasciatore Claudio Pacifico rassicurano. Addirittura l’ambasciatore ha detto che i carri armati che in queste ultime ore sono entrati a Sharm devono essere “ben accolti perché possono garantire un minimo di sicurezza”.
Attenzione però perché lo stesso Pacifico ammette che “in Egitto la situazione è impossibile da governare. Il Paese è percorso da bande di criminali gli stessi che i manifestanti hanno fatto evadere dalle carceri. Sono criminali comuni che sono riusciti ad armare e che nell’assenza totale della polizia letteralmente sparita saccheggiano il Paese”. Su questa versione in realtà, quella dei criminali fatti fuggire dai manifestanti, ci sono versioni contrastanti.
Come ha detto a IlSussidiario.net il professor Farouq in una intervista esclusiva, sarebbero stati invece le forze di polizia a far fuggire i criminali apposta, per gettare il paese nel disordine e giustificare così la repressione generale: “La polizia si è dileguata dalla capitale, svestendo le uniformi e facendo uscire dalle carceri i criminali comuni per seminare il panico tra la gente. I manifestanti al contrario hanno formato un servizio d’ordine per evitare che fossero commessi dei saccheggi. Anch’io sono rimasto diverse ore davanti al Museo egizio per proteggerlo, insieme a centinaia di altre persone”.
A testimoniare la situazione drammatica che vive l’Egitto del turismo in queste ore, è il saccheggio di alcuni musei, patrimonio dell’umanità e non solo del paese africano, custode dei reperti della straordinaria storia dell’antico Egitto, quello dei faraoni. Il Museo Egiziano del Cairo è stato infatti devastato dal saccheggiatori che volevano impadronirsi dei tesori dentro celati. Addirittura, nella foga, sono stat mozzate le teste di due mummie. Qui ad esempio è custodita la maschera d’oro che ricopriva la mummia del faraone Tutankamon, che da sola attrae milioni di turisti ogni anno. Il problema è che il museo è proprio adiacente a uno dei più importanti palazzi governativi del paese, preso di mira dai dimostranti.
La paura è che se questi dovessero dargli fuoco, le fiamme si estenderebbero anche al vicino museo. Le testimonianze dicono che molti volontari di loro iniziativa hanno fatto nei gironi scorsi una cintura umana per proteggere il museo dalla devastazione. Poi fortunatamente sono arrivati a presidiarlo i soldati dell’esercito. Il sito dove si trovano le celebri piramidi è stato chiuso ai turisti, e la zona è adesso presidiata dall’esercito. Stessa cosa nel sito archeologico di Luxor, chiuso ai turisti e presidiato anch’esso dai soldati.
Ma che in Egitto si viva nella paura, lo dimostra anche il racconto di un testimone fatto a Il Sussidiario.net: “Le autorità hanno invitato tutti i cittadini a difendersi come meglio possono, in quanto lo Stato non è più in grado di garantire l’incolumità delle persone. Per questo motivo sono state organizzate diverse ronde di residenti. Nei quartieri più popolari girano dei gruppi, spesso composti da ragazzi molto giovani, armati di machete, mazze da golf e da baseball, con l’intento di difendere il quartiere. Ogni tanto si sentono dei colpi di arma da fuoco, sono i militari che sparano in aria per fare rientrare la gente in casa”.
Intanto, da Fiumicino i voli diretti in Egitto sono sempre più desolatamente vuoti. Mentre gli arrivi dal Cairo sono affollati di passeggeri. Ieri 30 gennaio ben tre voli charter diretti al Mar Rosso sono decollati del tutto senza passeggeri. Sono i tour operator a sconsigliare chi aveva prenotato le proprie vacanze a Sharm El Sheik di proseguire con il piano progettato. Su 500 turisti che avevano prenotato il viaggio in questi giorni, si sono presentati a Fiumicino solo in 50.
Ma anche loro se ne sono tornati a casa rinunciando a partire. I tour operator fanno queste proposte: spostare la data di partenza, cambiare destinazione o chiedere il rimborso. Ad aumentare la paura di incidenti e violenze proprio a Sharm El Sheik è poi la notizia – non confermata – che lo stesso presidente Mubarak si sarebbe messo al sicuro nella sua villa in loco. In Egitto attualmente ci sono ancora 20mila italiani, 8mila die quali sono dei residenti.
Gli altri sono turisti. Fortunatamente i voli dall’Egitto sono ancora regolari: Alitalia e Egypt Air si stanno preoccupando di riportare a casa tutti, e i voli arrivano a Fiumicino carichi di passeggeri. Chi rientra a casa, racconta di una situazione piuttosto diversa a quella di cui parlano i ministro Frattini e l’ambasciatore pacifico. Ad esempio 42 sacerdoti che si trovavano in pellegrinaggio in Egitto. Padre Francesco Fruscio di Barletta ha raccontato al Corriere della Sera che il loro pullman è stato assalito da alcuni dimostranti e preso a sassate, uno dei vetri è andato a pezzi. «Se siamo riusciti a raggiungere l’hotel senza conseguenze – ha aggiunto il sacerdote – è stato grazie alla nostra guida e all’autista, entrambi egiziani. Li abbiamo visti dare soldi ai manifestanti affinché ci lasciassero proseguire il viaggio. È stata una sorta di ‘via Crucis’: ogni 10 metri il nostro pullman veniva fermato e lasciato quindi ripartire. Grazie al Cielo, siamo riusciti a tornare in albergo, per poi partire oggi per l’Italia».
Altri turisti, appena arrivati al Cairo, sono stati bloccati all’aeroporto e impedito loro di cominciare le proprie vacanze. Alitalia ha messo a disposizione un call center al numero 06.2222. È inoltre possibile consultare l’operativo dei voli sul sito Internet www.alitalia.it alla sezione Stato del Volo. A tutti i passeggeri dei voli da e per l’Egitto coinvolti dalle modifiche è garantito il rimborso totale del biglietto, in caso di rinuncia, o la possibilità di cambiare la prenotazione o l’itinerario del volo entro il 2 febbraio.